Forza Nuova Varese

Inoltre il mercoledì sera si terranno i corsi di formazione forzanovista.


Più buia la notte più Luminosi i fuochi


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sabato 31 dicembre 2011

Buon anno a tutti!!

mercoledì 28 dicembre 2011

In Grecia è crisi nera, povertà e suicidi alle stelle

fonte: http://www.ilcambiamento.it/crisi/grecia_crisi_nera_poverta_suicidi.html

Neonati denutriti perché i genitori non sono più in grado di alimentarli a sufficienza; bambini che in classe arrivano senza il pranzo e dicono di esserselo dimenticato e insegnanti che cercano disperatamente di rimediare cibo per i loro alunni che fanno la fame. Intanto negli ospedali i pazienti che pagano bustarelle ai medici pur di essere curati, e le grandi case farmaceutiche iniziano a sospendere la rifornitura di farmaci. Non è un film, né un reportage da un paese del terzo mondo. Siamo in Grecia, a pochi chilometri da noi, a pochi giorni da Natale. Il Natale più povero che i greci possano ricordare, almeno da una cinquantina d'anni a questa parte. Per le strade di Atene, quasi nessuno. I negozi che vendono regali sono praticamente deserti. Il meccanismo si è rotto: nessuno spende più, nessuno lavora più. Fra i giovani la disoccupazione è alle stelle. Il 40 per cento di quelli compresi fra i 18 e i 30 anni è disoccupato; altri lavorano gratis. Tutti, o quasi, vorrebbero fuggire, molti lo fanno. Chi va in Germania, chi in Svezia, chi prova ad andare in Australia. Vanessa, 26 anni, intervistata dal Corriere della Sera, arriva a dire di odiare il proprio paese, di volersene andare immediatamente per non tornare più. Secondo i dati della Confederazione nazionale del commercio ellenica, nove greci su dieci hanno abolito le spese per il vestiario e per le calzature, otto su dieci le spese per i divertimenti, e ben uno su quattro non riesce ad avere i soldi per acquistare generi di prima necessità, dunque si trova al di sotto della soglia di povertà. Se sino a tre anni fa la Grecia, paese del sole, del Sirtaki e del quieto vivere, era il paese europeo con meno suicidi, oggi la situazione è capovolta, la Grecia occupa la prima posizione. E le brutte notizie non finiscono qui. Proprio oggi il governo Papademos si appresta a sferrare un altro duro colpo ai propri cittadini. Il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a decidere sull'ipotesi di tagliare ancora le pensioni, per la terza volta negli ultimi cinque mesi. Le riduzioni previste dal disegno di legge del ministero del Lavoro parlano di tagli che vanno dal 15 al 40 per cento, a seconda della situazione finanziaria dell'Ente Previdenziale. Un'altra mazzata ad un paese moribondo. Entro il 2015, poi, la troika composta da Fmi, Bce e Ue ha chiesto il taglio di altri 150mila dipendenti statali. Per strada, così come sui giornali e nei salotti televisivi, si fa a gara a trovare i colpevoli della crisi. Chi accusa la corruzione della classe politica, chi la Germania, chi il sistema finanziario, chi gli stessi cittadini rei di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Ciò che sembra piuttosto ovvio, è che la cura Papademos non salverà il paese. La medicina dell'austerità, somministrata in dosi così massicce, sembra piuttosto infierirgli un colpo mortale. Dunque il peggio deve ancora venire. Il 2012 si prospetta come l'annus horribilis per la Grecia, che difficilmente riuscirà ad alzare la testa. All'inviata del Corriere della Sera, Vanessa dice, concludendo, “state attenti voi italiani, anche se non sembra la crisi dilaga. E voi potreste essere i prossimi”. Già, la Grecia dista solo una sottile striscia di mare dalle nostre coste. E la cura Monti somiglia molto a quella dell'amico Papademos. È vero, probabilmente saremo i prossimi. È importante saperlo. Non è il tempo di negare l'evidenza, di chiudere gli occhi e sognare ancora per quei pochi istanti prima della sveglia. Ma neanche il tempo di disperarsi e strapparsi i capelli. È importante capire a fondo, trovare alternative condivise, magari prendendo spunto da quanto avviene in Islanda, o in Ecuador; comprendere che un momento di rottura è un passaggio ormai inevitabile nella transizione ad una società diversa.

venerdì 23 dicembre 2011

Buone feste!!

L´Argentina in dieci anni dal collasso al rinascimento.Come liberarsi del FMI

dal sito nazionale:

Oggi, esattamente dieci anni fa, tra il 19 e il 20 dicembre 2001, l´Argentina esplodeva. Fernando de la Rúa, ultimo presidente di una notte neoliberale durata 46 anni, appoggiato da una maggioranza nominalmente di centro-sinistra, sparava sulla folla (i morti furono una quarantina) ma era costretto a fuggire dalla mobilitazione di un paese intero. Le banche e il Fondo Monetario Internazionale gli avevano imposto di violare il patto con le classi medie sul quale si basa il sistema capitalista: i bancomat non restituivano più i risparmi e all´impiegato Juan Pérez, alla commerciante María Gómez, all´avvocato Mario Rodríguez era impedito di usare i propri risparmi per pagare la bolletta della luce, la spesa al supermercato, il pieno di benzina. di Gennaro Carotenuto Il cosiddetto "corralito", il blocco dei conti correnti bancari dei cittadini, era stato l´ultimo passo di una vera guerra economica contro l´Argentina durata quasi cinquant´anni. L´FMI era stato il vero dominus del paese dal golpe contro Juan Domingo Perón nel 1955 fino a quel 19 dicembre 2001. Attraverso tre dittature militari, 30.000 desaparecidos e governi teoricamente democratici ma completamente sottomessi al "Washington consensus", l´Argentina era passata dall´essere una delle prime dieci economie al mondo all´avere province con il 71% di denutrizione infantile, dalla piena occupazione al 42% di disoccupazione reale, da un´economia florida al debito pubblico pro-capite più alto al mondo. Con la parità col dollaro, e con la popolazione addormentata dalla continua orgia di televisione spazzatura dell´era Menem (1989-1999), il paese aveva dissipato un´invidiabile base manifatturiera e tecnologica. Nulla più si produceva e si spacciava che oramai fosse conveniente importare tutto in un paese che aveva accolto, realizzato e poi infranto il sogno di generazioni di migranti e da dove figli e nipoti di questi fuggivano. In quei giorni, in quello che per decenni il FMI aveva considerato come il proprio "allievo prediletto", salvo misconoscerlo all´evidenza del fallimento, non fu solo il sottoproletariato del Gran Buenos Aires ridotto alla miseria più nera a esplodere ma anche le classi medie urbane. Queste, che per decenni si erano fatte impaurire da timori rivoluzionari e d´instabilità, blandire da promesse di soldi facili e convincere che il sol dell´avvenire fosse la privatizzazione totale dello Stato e della democrazia, si univano in un solo grido contro la casta politica e finanziaria responsabile del disastro: "que se vayan todos", che vadano via tutti. Era un movimento forte quello argentino, antesignano di quelli attuali, e solo parzialmente rifluito perché soddisfatto in molte delle richieste più importanti. I passi successivi al disastro furono decisi e in direzione ostinata e contraria rispetto a quelli intrapresi nei 46 anni anteriori. Quegli argentini che a milioni si erano sentiti liberi di scegliere scuole e sanità private adesso erano costretti a tornare al pubblico trovandolo in macerie. Al default, che penalizzava chi speculava -anche in Italia- sulla miseria degli argentini, seguì la fine dell´irreale parità col dollaro. Le redini del paese furono prese dai superstiti di quella gioventù peronista degli anni ´70 che era stata sterminata dalla dittatura del 1976. Prima Néstor Kirchner e poi sua moglie Cristina Fernández, appoggiati in maniera crescente dagli imponenti movimenti sociali, con una politica economica prudente ma marcatamente redistributiva, hanno fatto scendere gli indici di povertà e indigenza a un quarto di quelli degli anni `90. Al dunque l´Argentina ha dimostrato che perfino un´altra economia di mercato è possibile e dal 2003 in avanti il paese cresce con ritmi tra il 7 e il 10% l´anno. La crescita economica è stata favorita da una serie di fattori propri del nostro tempo, dall´aumento dei prezzi dell´export agricolo all´arrivo della Cina come partner economico. Soprattutto però i governi kirchneristi sono stati, con Brasile e Venezuela, i grandi motori dell´integrazione latinoamericana, una delle principali novità geopolitiche mondiali del decennio. Le date chiave di tale processo sono due: Nel 2005 a Mar del Plata, soprattutto la sinergia Kirchner-Lula stoppò il progetto dell´ALCA di George Bush, il mercato unico continentale che voleva trasformare l´intera America latina in una fabbrica a basso costo per le multinazionali statunitensi mettendo un continente intero a disposizione degli Stati Uniti per sostenere la competizione con la Cina. Nel 2006 l´Argentina e il Brasile, con l´aiuto di Hugo Chávez, chiusero i loro conti col FMI: "non abbiamo più bisogno dei vostri consigli interessati" dissero mettendo fine a mezzo secolo di sovranità limitata. Per anni i media mainstream mondiali hanno cercato di ridicolizzare il tentativo del popolo argentino di rialzare la testa, l´integrazione latinoamericana e la capacità del Sudamerica di affrancarsi dallo strapotere degli Stati Uniti e dell´FMI. A dieci anni di distanza, tirando le somme, ci si può levare qualche sassolino dalla scarpa su chi disinformasse su cosa. Ancora un anno fa, nel momento della morte di Néstor Kirchner i grandi media internazionali -quelli autodesignati come i più autorevoli al mondo- avevano di nuovo offeso la presidente, con un maschilismo vomitevole, descrivendola come una marionetta incapace di arrivare a fine mandato. Il popolo argentino la pensa diversamente e il 23 ottobre 2011 l´ha confermata alla presidenza al primo turno con il 54% dei voti. Cristina, e prima di lei Néstor, ad una politica economica che ha permesso all´Argentina di riprendere in mano il proprio destino, affianca una politica sociale marcatamente progressista. Perfino nei media l´Argentina è oggi all´avanguardia nel mondo nella battaglia contro i monopoli dell´informazione: non più di un terzo può essere lasciato al mercato, il resto deve avere finalità sociali e culturali perché non di solo mercato è fatta la società. A dieci anni dal crollo l´Argentina sta vincendo la scommessa della sua rinascita. I paradigmi neoliberali sono sbaragliati e dall´acqua alle poste alle aerolinee molti beni sono stati rinazionalizzati per il bene comune dopo essere stati privatizzati durante la notte neoliberale a beneficio di pochi corrotti. I soldi investiti in educazione sono passati dal 2 al 6.5% del PIL e... la lista potrebbe continuare. Basta un dato per concludere: dei 200.000 argentini che nei primi mesi del 2002 sbarcarono in Italia (tutti o quasi con passaporto italiano) alla ricerca di un futuro, oltre il 90% sono tornati indietro: "meglio, molto meglio, là".


martedì 20 dicembre 2011

giovedì 15 dicembre 2011

Una sola soluzione: Sovranità monetaria e nazionale!


PENSIONATO 85ENNE TENTA DUE RAPINE: "HO FAME". I CARABINIERI GLI OFFRONO IL CAFFÉ

da leggo.it

Ma dove stiamo finendo? Questa è l'Italia che vuole Monti e che vuole il Governo...episodi del genere sono all'ordine del giorno...Governo di banchieri e affamatori fuori dalle palle!!


CUNEO - "La pensione non mi basta a mantenere la famiglia, ho fame". Questa la giustificazione di un pensionato di 85 anni che oggi a Cuneo ha tentato senza successo due rapine ai danni di altrettanti uffici postali. I carabinieri, una volta portato in caserma, gli hanno offerto la colazione alla mensa della caserma. L'uomo, P.G. classe 27, si è presentato nell'ufficio postale di frazione Spinetta con una pistola giocattolo e, di fronte ai clienti spaventati, ha ordinato all'impiegata, in modo assai concitato, di consegnargli il denaro che aveva in cassa, La donna però lo ha riconosciuto perchè - ha detto - in passato lo aveva già visto chiedere l'elemosina nei paraggi; ha preso tempo e ha chiamato con il telefonino le forze dell'ordine. Il pensionato, dunque, ha desistito e, in bicicletta, ha raggiunto le Poste centrali. Anche qui ha ripetuto la scena, ma l'impiegata, forse poco convinta dall'età avanzata e dall'aspetto dimesso dell'aspirante rapinatore, ha temporeggiato. L'uomo si è convinto che non sarebbe riuscito ad avere il denaro e si è allontanato, ma i carabinieri lo hanno individuato nel giro di pochi minuti.

lunedì 12 dicembre 2011

Fiore scrive alla sede di" Chi l'ha visto?":verità sulla Strage di Acca Larenzia

dal sito nazionale:

Oggi ho scritto alla redazione di "Chi l'ha visto?" eccovi il testo della mia lettera: Abbiamo avuto modo di apprezzare la professionalità e la serietà con le quali vi siete occupati di molti degli episodi di cronaca giudiziaria più oscuri e intricati della storia recente della nostra Repubblica, così come delle implicazioni che questi episodi hanno comportato nella vita politica italiana; anche in merito alla vostra indagine sull’omicidio del giovane Valerio Verbano. Ci piacerebbe ricordarvi che ogni 7 gennaio ricorre l’anniversario della strage di Acca Larenzia. In questa storica sezione dell’ MSI furono commessi gli omicidi di tre giovani militanti del partito, che innescarono una spirale di violenza che caratterizzò gli anni successivi, insanguinando duramente la nostra storia. Il sottoscritto, pochi giorni fa, si è recato, con alcuni attivisti di Forza Nuova, a contestare il Generale Edoardo Sivori, in occasione di un suo intervento ad un meeting del partito delle Aziende, di cui quest’ultimo fa parte. Lo stesso Edoardo Sivori, ora Generale dell’Arma dei Carabinieri, che fu responsabile assolto e impunito dell’omicidio, proprio ad Acca Larenzia, del giovane militante dell’ MSI Stefano Recchioni. Considerando abbastanza strano il fatto che, l’allora carabiniere Sivori, non solo non abbia scontato neanche un giorno di pena per un omicidio perpetrato a sangue freddo davanti a testimoni, ma che sia stato addirittura fatto assurgere al rango di Generale dell’Arma e che goda di un’agibilità e di una visibilità politica incomprensibile, ci appelliamo alla vostra professionalità e alla vostra obiettività affinché voi possiate preparare e condurre un’ inchiesta sul perché tali crimini, così efferati, ad un certo momento della nostra storia siano rimasti impuniti ed anzi, a quanto pare, considerati come delle tacite medaglie al valore. Riguardo a tutto ciò, e riguardo soprattutto al fatto che questo omicidio comportò anni di cruda e aspra violenza politica, sarebbe interessante gettare una luce differente, su chi furono i mandanti di questi omicidi, sul perché rimasero impuniti, a chi fossero funzionali, e su cosa significhi oggi la partecipazione di alcuni di questi signori alla vita politica della nazione; tutto questo con la serietà e l’obbiettività che vi contraddistingue. Nell’attesa di un vostro cortese riscontro invio i miei più cordiali saluti.

lunedì 5 dicembre 2011

Risposta di FN Varese a Luca Ferrazzi (Fli)

Apprendiamo dagli organi di Stampa che il Signor Luca Ferrazzi ha espresso alcune considerazioni riguardo la nostra azione dimostrativa nei confronti del suo Segretario Gianfranco fini ed il Partito che dirige.

Teniamo a riconfermare la validità e la denuncia della nostra azione nei confronti di un uomo e di un Partito. Uomo il cui percorso umano e politico si conferma da sè: Diventato Segretario del Fronte della gioventù dopo essere giunto dopo regolare votazione Settimo( il primo fu Marco Tarchi ). Già da giovane seppe sfruttare abilmente Uomini e situazioni per un proprio tornaconto. Pessimo esempio di cosa non deve essere un uomo politico,che ai bisogni di un Popolo e di una Nazione antepone i propri ,vedi: immersioni in località ove questa è proibita , appropriazioni di donazioni ( case a Montecarlo ) che sarebbero dovute essere destinate ad altri scopi e non ad uso personale o di Famiglia, non dimenticando i continui cambi di Pensiero Casacca ed Idea.

Appoggiando tizio per poi rinnegarlo il giorno dopo. Insomma un vero Politico dei nostri giorni. Il Signor Ferrazzi ci imputa di non avere un programma politico e che le nostre Idee sarebbero fuori dal tempo. Ci spiace per lui ma Forza Nuova ha un programma politico ben preciso e sviluppato ed è quello dalla sua Fondazione, Noi non abbiamo bisogno di cambiarlo ogni mese adeguandolo alle varie situazioni che l’opportunismo della politica richiede.

Purtroppo per lor Signori per noila Politicaè una passione , sono le Idee che diventano azione. Ma questo forse lor Signori non lo comprendono. Ma tornando al Loro Congresso, dove si annunciava con enfasi la presenza di ben 800 e passa delegati ridotti poi drasticamente del 70 % . Congresso dove è avvenuta la presentazione alle votazioni di un candidato mai visto, con iscritti virtuali registrati via Web.Misteri della politica.Sembrerà strano ma noi in Forza Nuova ci conosciamo tutti dal Dirigente al Militante, non ci sono volti oscuri manovrati da non si sa bene chi.

Se i nuovi Futuristi fossero interessati a voler assistere ad un vero Congresso li invitiamo ufficialmente a Tivoli il 10 11 Dicembre al Ns Congresso Nazionale ,il tutto ovviamente a nostre spese. Per quanto riguarda il Signor Ferrazzi lo invitiamo pubblicamente ad un confronto sui rispettivi programmi delle due formazioni politiche nella nostra sede Varesina.

Ma data la pochezza dei suoi di programmi abbiamo paura che declinera l’invito.

Forza Nuova Varese

domenica 4 dicembre 2011

Forza Nuova contro Fini

da laprealpina.it:


Primo congresso provinciale, sabato 3 dicembre, di Futuro e libertà, i finiani, a Varese. Si eleggono il coordinatore, tre probiviri e il responsabile del gruppo giovani. L'assemblea si è aperta con una amara sorpresa: nella notte, volantini contro Fini e una scritta con insulto fuori dal'ex cinema Rivoli, dove è organizzato il congresso. Il raid è stato firmato da Forza Nuova.

Varese, Forza Nuova: contro la presenza in città di Fini, il Cameriere dei Banchieri

da atuttadestra.net:

Questa notte Forza Nuova Varese è entrata in azione con i propri militanti per contestare il penoso siparietto in città del politicante voltagabbana Gianfranco Fini . Sono stati affissi sui muri di via del Bersagliere volantini e uno striscione al fine di ricordare a tutti che il presidente della Camera a Varese non è gradito ospite. -Non è gradito ospite da coloro che sono autenticamente Nazional-Rivoluzionari, da quelli che non hanno tradito o rinnegato.

I quali non dimenticano la vergognosa svendita dei valori di una comunità umana e politica,le giravolte meschine e le sue abiure mediatiche al fine di guadagnare un qualche tornaconto personale. -Non è gradito ospite a coloro che hanno problemi a causa della crisi economica,provocata da personaggi del suo stampo,parassiti sociali che non hanno mai lavorato veramente un giorno ,un solo giorno della loro vita(come è noto Fini ha fatto ESCLUSIVAMENTE il parlamentare e prima,pro forma, il grigio giornalista anonimo in un giornale di partito).

-Non è gradito ospite per coloro che pagano il mutuo o l’ affitto di una casa con il proprio sacrificio quotidiano.Egli è stato solo capace di rubare una casa al suo partito,truffando la volontà di una vecchia militante ,per poi intestare l’appartamento ad una società off-shore nei paradisi fiscali e girarla al cognato fancazzista (un vizio di famiglia?).Insomma Montecarlo e tutta la sua squallida vicenda…

-Non è gradito ospite a coloro a cui piace la bella politica ,quella fatta con passione ,con discorsi vibranti ,con carisma.Quella politica che affronta i problemi quotidiani della gente, che propone ,che ama il proprio popolo.Quella politica che si può trovare anche in schieramenti diversi,ma non nei discorsi fumosi,vaghi,inconcludenti di Fini e dei suoi affiliati.

Comunque,il caro signor Fini-Tulliani ,può consolarsi.Questa è la prima ed ultima volta che faremo la fatica di contestarlo.La prossima volta che verrà a Varese non ci prenderemo la briga di fischiarlo.Sarà il popolo alle prossime elezioni a sancire la sua definitiva uscita di scena. Lasciata finalmente la sedia a Montecarlo ,potrà ritirarsi in pace e nell’ indifferenza a Montecarlo…

Piccolo uomo in mezzo a poveri uomini che sono alla vana ricerca di un valore che non potranno mai possedere……..l’ONORE.

Federazione Provinciale
Forza Nuova Varese

giovedì 1 dicembre 2011



Lega di lotta o Lega di governo?

Nel gennaio del 1995, dopo la rottura tra la Lega e Berlusconi, che aveva portato alla caduta del primo governo dello stesso Berlusconi e all’avvento del successivo governo tecnico guidato dal Direttore Generale della Banca d’Italia Lamberto Dini, Umberto Bossi, in una intervista al Corriere della Sera, dichiarò: “Ho sempre detto che penso ad un economista, un economista vero, che abbia un minimo di visione politica: nelle mani di un ragioniere, finiamo nel marasma (per Bossi Lamberto Dini era un semplice ragioniere di banca- ndr). Non mi fido di chi può essere condizionato da Berlusconi, il quale disprezza la democrazia. Io preferisco MARIO MONTI: parla chiaro e non deve rispondere a nessuno”. Molti in questi giorni stanno apprezzando il ritorno alla Lega di “lotta”, dopo i lunghi anni della Lega della “mangiatoia” (pardon, della “Lega di governo”). Noi andremmo cauti, anche perché la Lega la conosciamo bene per averla vista nascere. Bossi veniva a Domodossola ad imparare da Alvaro Corradini – fondatore dell’UOPA – Movimento Ossolano per l’Autonomia- cos’era il federalismo e come si applicava. E, proprio perché l’abbiamo vista nascere, e abbiamo visto i “poteri forti” usarla come collettore democratico della protesta suscitata da Tangentopoli, per evitare che la protesta stessa gonfiasse il MSI estraneo al sistema e alle mazzette, l’abbiamo sempre combattuta. Chi invece oggi l’apprezza per la sua opposizione al nuovo governo tecnico deve stare attento. Perché la Lega di “lotta” è quella che, al Congresso Nazionale del 1998, definiva Berlusconi “mafioso” e “referente meneghino dei mafiosi” e la Banca privata Rasini di Milano (dove il padre di Berlusconi era un alto dirigente) “la Banca che riciclava i soldi dei mafiosi a Milano”. Ed è la stessa Lega di “lotta” che nel 1995, per bocca dello stesso Bossi come riportato sopra, riteneva Berlusconi “uno che disprezza la democrazia” e che era in grado di “condizionare gli altri governi”, mentre invece considerava il Prof.Mario Monti “un economista vero”, “uno che parla chiaro” e che “non deve rispondere a nessuno”. Attenti quindi, perché se la Lega è la cartina di tornasole della situazione.....

Adriano Rebecchi

mercoledì 23 novembre 2011

Violenze contro chi combatte la massoneria, Fiore: totale solidarietà

La scorsa notte un magistrato e un comandante dei ROS di Teramo, dopo aver recepito la testimonianza del magistrato dott. Paolo Ferraro in merito alla connessione fra massoneria e satanismo con l’ omicidio di Melania Rea, sono stati entrambi vittime di due attentati incendiari ai danni delle loro vetture. “L’ attacco contro chiunque cerchi di denunciare la corruzione e i gravi episodi di criminalità che si verificano negli entourage militari” commenta il magistrato Paolo Ferraro ”potrebbe inquadrarsi in una strategia politica volta a portare a compimento un silenzioso golpe militare con la partecipazione di gruppi massonici abbondantemente influenti in quest’ ambito”. L’ On. Roberto Fiore, Segretario Nazionale di Forza Nuova esprime in una nota "massima solidarietà e sostegno a chi ricerca la verità sugli oscuri crimini “neopidduisti” che costellano la vita pubblica italiana". “E’ un dovere di tutte le forze politiche e delle libere associazioni di cittadini, far sentire presto e forte la propria voce a Teramo per proteggere tutti coloro che si battono in difesa della Giustizia e delle nostre libertà.”

La Segreteria Nazionale.

mercoledì 16 novembre 2011

Ciampi e la speculazione di Soros,Amato e le privatizzazioni

dal sito nazionale:

Nel 1992 Ciampi, allora governatore di Bankitalia, dilapidò 48 miliardi di dollari in una assurda difesa della lira, che era sotto attacco da parte di Soros. Difesa che fin dall’inizio era da abbandonare, dato che la Banca Centrale tedesca aveva chiarito che non avrebbe appoggiato l’Italia (doveva già proteggere la Francia).Soros aveva più mezzi: grazie all’effetto-leva e alla speculazione coi derivati, agiva come avesse 100 dollari per ogni 5 realmente impiegati. In pratica, con questa leva, Soros vendeva lire che non possedeva, contando poi di ricomprarle a svalutazione avvenuta. Inoltre, Soros aveva alle spalle i Rothschild, che dal 1989 avevano aperto a Milano la Rothschild Italia SpA, il cui direttore, Robert Katz (J), era diventato direttore del Quantum Fund di Soros proprio alla vigilia dell’attacco.Il venerato maestro Ciampi, che sapeva come stavano le cose, avrebbe dovuto rinunciare fin dall’inizio alla sua difesa, salvando i 48 miliardi di dollari. Invece la fece ad oltranza: cosa che costò ai contribuenti italiani 60 mila miliardi di lire (due o tre stangate alla Prodi) che in parte (almeno 15 mila miliardi di lire) finirono nelle tasche di Soros. E cosa ancora più grave, Ciampi prosciugò quasi totalmente le riserve in valuta di Bankitalia.Così, quando alla fine la lira fu svalutata del 30% – come i Rothschild e le banche d’affari USA volevano, per poter comprare a prezzi stracciati le imprese dell’IRI – non c’erano più soldi per la difesa della italianità di quelle imprese. La svendita era stata accuratamente preparata da Giuliano Amato che, appena diventato capo del governo, aveva trasformato gli enti statali in società per azioni, in vista delle privatizzazioni, in modo che le oligarchie finanziarie estere potessero controllarle diventandone azioniste, e poi rilevarle per il classico boccone di pane.Il piano era stato probabilmente elaborato nella famosa riunione sul Britannia del giugno ‘92, panfilo della regina d’Inghilterra, su cui era salito Mario Draghi, allora funzionario del Tesoro. I magistrati di Mani Pulite diedero una mano, creando il clima di linciaggio contro Craxi (che si opponeva fieramente alle intrusioni straniere) ed arrestando preventivamente una folla di grand commis di Stato, poi risultati del tutto innocenti, in modo da sguarnire il fronte che si opponeva alle svendite. Così il saccheggio avvenne tra gli applausi degli italiani, ben contenti di vedere Craxi in fuga e la vecchia DC smantellata da Di Pietro.La cosa fu così sporca che Ciampi (come minimo, se non da complice, si comportò da incompetente) una volta prosciugate le riserve, offrì le sue dimissioni. Gli fu detto di star tranquillo; sarebbe stato premiato con la presidenza della repubblica e santificato per sempre dall’aureola di Venerato Maestro, conferitagli dai grandi giornali, Corriere e soprattutto Repubblica. C’è il sospetto infatti che anche De Benedetti avesse guadagnato dalla speculazione.
Ci fu anche un’inchiesta. Nel ‘96 la Guardia di Finanza indagò se «influenti italiani abbiano operato illegalmente dietro banche e speculatori», ricavando un guadagno accodandosi a Soros nella speculazione contro la lira. Secondo Il Mondo del dicembre ‘96, la «lobby a favore di Soros», secondo gli inquirenti, comprendeva Prodi, Enrico Cuccia (capo di Mediobanca per la Lazard) Guido Rossi, Isidoro Albertini, Luciano Benetton, Carlo Caracciolo.
Naturalmente, le procure insabbiarono. Gli indagati erano tutti padri della patria, venerati maestri, riserve della repubblica.


Fonte:http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=67358:i-nemici-dellitalia&catid=13:politica-interna&Itemid=136

Altro che tagli ai politici Monti costa più del Cav: stipendi per 4,9 milioni

dal sito nazionale:

"Taglierò i costi e i privilegi della politica". Firmato: Mario Monti. La promessa dell presidente incaricato rischia di fare acqua da tutte le parti. Perché lo scherzetto del governo tecnico ci costerà salato. Il presidente incaricato Mario MontiIngrandisci immaginePiù salato che gli italiani fossero stati chiamati al voto anticipati. Il tutto grazie a una legge fatta dall'ex premier Romano Prodi. "Il governo tecnico snello costerà 4,8 milioni di stipendi - scrive il vicedirettore di Libero, Franco Bechis, su Twitter - il governo uscente costava 2,9 milioni". Mica bruscolini. Quasi il doppio. Che in tempi di crisi, non è certo poco. Basta fare un giro sul sito della Ragioneria territoriale dello Stato per capire che Bechis fa sul serio. L'inghippo è semplice. Con le dimissioni di Silvio Berlusconi tornano a casa 23 ministri, tre viceministri e ben 38 sottosegretari. Numeri da capogiro, certo. Ma i loro stipendi costavano all'erario pubblico tra i 40 e i 50mila euro all'anno per un totale di 2,8 milioni di euro. Monti ha, invece, parlato di un esecutivo snello con solo tecnici (niente politici). Qui snello sta per magro e non per "a buon mercato". Guai a loro se per una volta si risparmia un nichelino. Macchè! Grazie a una legge del 1997 firmata dal Professor Prodi, i nuovi titolari dei dicasteri - in cambio della mancata indennità parlamentare - metteranno in saccoccia 132mila euro lordi annui. Insomma, come spiega lo stesso Bechis, "il governo tecnico snello costerà 4,8 milioni di stipendi", mentre "il governo uscente costava 2,9 milioni". Se questo è l'inizio non siamo certo messi male. A questo "spreco" va ad aggiungersi, come denunciato nei giorni scorsi dal Giornale, il lauto stipendio dello stesso SuperMario. Grazie alla scelta di Giorgio Napolitano di nominarlo senatore a vita, Monti "aggiunge 12.005,95 euro lordi di indennità, più 12.680 euro netti di rimborsi, al costo mensile dei senatori italiani. In un anno (12 mensilità) fanno 144mila euro lordi di stipendio, e 152mila di rimborsi: circa 300mila euro l’anno di costo per Monti senatore a vita". Alla faccia della crisi. Come se non bastasse l'ingresso in politica dell'economista della Bocconi garantirà a 350 parlamentari di prima nomina e ad altri 264 veterani un vitalizio mica da ridere. I primi raggiungeranno la cifra di 2.412 euro al mese al compimento del 65esimo anno di età con un costo aggiuntivo per le casse dello Stato di oltre 172 milioni di euro. Grazie a SuperMario i parlamentari eletti nel 2006 e rinominati due anni dopo, invece, andranno invece in pensione a 60 anni con 4.202 euro al mese. Una spesa di oltre 465 milioni di euro. Alla faccia dei tagli dei costi della politica, insomma. La dieta firmata da Mario Monti inizia con una grande abbuffata. A questa seguirà, con buona probabilità, una dieta ferrea. Ma quella dovranno farla i cittadini sui quali peseranno la reintroduzione dell'Ici e la patrimoniale.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/interni/altro_che_tagli_politicamonti_costa_piu_cavstipendi_49_milioni/governo_tecnico-indennita-mario_monti-sprechi_politica-costo-vitalizi/14-11-2011/articolo-id=556925-page=0-comments=1

giovedì 10 novembre 2011

Comunicato MNP riguardo Pisapia...

Giovedì 20 Ottobre 2011, il Sindaco di Milano di centrosinistra, Giuliano Pisapia, ha partecipato alla Commemorazione dei Piccoli Martiri di Gorla (Milano), dove ha tenuto un’orazione ufficiale incentrata sui soliti temi del pacifismo.
Nella giornata odierna, invece, Giuliano Pisapia ha partecipato alla tradizionale Commemorazione ufficiale dei Defunti al Cimitero Maggiore di Milano.
Contrariamente ai suoi predecessori di centrodestra, Pisapia, dopo aver reso omaggio al Campo dei Caduti della Guerra di Liberazione, ha ritenuto di non soffermarsi nel Campo dei Caduti della RSI, dichiarando che: “La pietà non può cancellare la Storia”.
Gli ha fatto eco il Presidente dell’Anpi di Milano che ha detto : “Gli odierni indignados sono i nuovi partigiani perché hanno gli stessi ideali di quelli di allora”.
Crediamo che questi comportamenti e dichiarazioni dimostrino contraddizione e confusione, oppure la solita faziosità.
Nessuno chiede loro di cancellare la Storia, ma di conoscerla e rispettarla sì.
I Piccoli Martiri di Gorla, 200 tra bambini e maestre, non furono uccisi da bombardieri italiani o tedeschi, ma da bombardieri Usa che, dopo aver fallito gli obiettivi loro assegnati, decisero di sganciare ugualmente il loro carico di morte sugli edifici civili e i partigiani onorati da Pisapia erano alleati di quegli americani.
L’aver poi evitato di soffermarsi al Campo dei Caduti della RSI non è stato certamente un rispetto della Storia ma, semplicemente, l’opportunismo politico di non scontentare la propria maggioranza.
Del resto, non è che “noi” abbiamo apprezzato i Sindaci di centrodestra che, prima di soffermarsi sul Campo dei Caduti della RSI, si sono tolti la fascia tricolore perché, quel togliere la fascia, è stato tutt’altro che un segno di rispetto, anzi.....
Quanto agli odierni “indignados” combattono (o credono di combattere) contro un mondo che è quello voluto e creato dai vincitori del Secondo conflitto mondiale, vincitori dei quali i partigiani di allora erano complici e alleati.
Quando si tira in ballo la Storia bisogna stare attenti a non barare!
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP
Responsabile Provinciale di F.N.

Mario Monti Premier? MAI!

martedì 8 novembre 2011

lunedì 7 novembre 2011

domenica 6 novembre 2011

Cominicato FN Varese sul "caso Gentile"

da VareseNews:

Rammentando sia ai promotori che ai detrattori di lasciar perdere Persone e Personaggi che per nostra fortuna nulla hanno a che spartire sia con gli uni che con gli altri

Per la serie “Le pulci ed il Gigante”...

Secondo l’Enyclopaedia Britannica, Giovanni Gentile fu “the major figure in Italian idealist philosophy”. ( HYPERLINK "http://www.britannica.com/EBchecked/topic/229340/Giovanni-Gentile" http://www.britannica.com/EBchecked/topic/229340/Giovanni-Gentile).

Ma, oltre ad essere uno dei massimi filosofi italiani moderni, Gentile fu un vero rivoluzionario della cultura e l’architettura del suo sistema scolastico ed educativo, armonica, coordinata e meritocratica, fu per mezzo secolo la fucina di fior di professionisti, pensatori ed intellettuali.

Il veleno del pensiero marxista, che nel 1944 armò la mano vile e vigliacca dei killer comunisti che lo assassinarono, nel ’68 riuscì finalmente nell’intento di distruggere gran parte di quella sua opera.

I risultati li possiamo vedere oggi, con una scuola indicata da tutte le organizzazioni internazionali come scuola da quarto mondo, una scuola dove il livello medio d’ignoranza degli studenti è pari solo a quello degli insegnanti, una scuola diventata diplomificio, una scuola destinata sempre più a diventare il ghetto delle classi meno abbienti (i figli dei ricchi studiano nelle costose ed esclusive scuole private italiane ed estere, dove il metodo Gentile viene ancora seguito...).

I risultati li tocchiamo con mano, con gli epigoni di quegli “eroi” assassini che a distanza di quasi settant’anni hanno ancora paura delle idee e dell’ombra di quel grande studioso, filosofo e pedagogista italiano che fu Giovanni Gentile, tanto da doversi dimenticare, ora come allora, che l’assassinio fu deplorato dagli stessi componenti non comunisti del CLN, come il rappresentante del Partito d'Azione, Tristano Codignola, che prese duramente posizione contro l'omicidio del filosofo, il 30 aprile pubblicando sul giornale clandestino del partito, “La Libertà” « Deploriamo l'assassinio di Giovanni Gentile. La violenza, per quanto giustificata come reazione ad altrui violenza, ha un limite, oltre il quale si ritorce su se medesima: e la brutale eliminazione di Gentile ha creato nelle coscienze di noi tutti un disagio che dev'essere analizzato, senza settarismi e con spregiudicata serenità....La sua uccisione per mano di quattro irresponsabili ha generato una reazione negativa in vasti ambienti antifascisti... Ma neghiamo che all'eliminazione di Gentile possa aver avuto interesse uno qualsiasi dei movimenti antifascisti che dall'8 settembre lottano spalla a spalla contro la tirannia, non fosse altro per ragioni pratiche e di convenienza politica, poiché a nessuno sfugge l'odiosità di un simile attentato».

La condanna dell’attentato fu condivisa da molti tra i migliori e più autorevoli esponenti della Resistenza, da Enzo Enriquez Agnoletti, uno dei fondatori dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, a Carlo Ludovico Ragghianti, presidente del CLN toscano, mentre altri due esponenti del P.d’A., Enzo Enriques Agnoletti e Cesare Luporini il giorno dopo l’attentato andarono a casa di Gentile per esprimere il loro dolore e l’indignata condanna dell’accaduto

Anche Edoardo Fallaci (padre di Oriana), esponente di Giustizia e Libertà, ebbe modo di condannare l’omicidio: « Hanno ammazzato Gentile. Quegli imbecilli. Quegli irresponsabili. Quei cacasotto».

Molti antifascisti non comunisti espressero il loro sdegno, dal padre Agostino Gemelli, rettore dell'Università Cattolica, a Benedetto Croce, dal pittore Ottone Rosai a Giuseppe Prezzolini « E’ una morte che gli dà un'aureola. Ammiravo l'uomo, la mente, il carattere. Era molto simile al Farinata di Dante: amante della patria, buono con i suoi e cattivo con i nemici. Ha evitato, morendo per mano di sicari, le umiliazioni che non gli sarebbero mancate in caso di vittoria degli alleati e, magari, anche in caso di vittoria dei tedeschi» , a Indro Montanelli che, rievocando la morte di Gentile scrisse « Appresi quella notizia mentre mi trovavo prigioniero a Gallarate in uno scantinato della Gestapo. Mi ci trovavo da molti mesi, e sempre avevo creduto di trovarmici dalla parte giusta: quella dei resistenti. Per la prima volta dubitai di essere dalla parte sbagliata: quella dei sicari».

Ah, per aiutare questi personaggi a comprendere appieno il significato del titolo, ecco un aiutino: il “Gigante” è Giovanni Gentile...

...riuscite a capire chi sono le “pulci” o avete bisogno di un altro aiutino?...

Forza Nuova Varese

giovedì 3 novembre 2011

Da FascinAzione.info

Cogliamo l'occasione per ringraziare pubblicamente il Signor Andrea Bagaglio e il suo Movimento Sinistra e Libertà per la donazione fatta ai militanti varesini Forza Nuova . Non mancheremo di appoggiare il Signor Bagaglio quando le iniziative sono di questo tipo.

FN Varese ringrazia Sel per le bandiere tricolori



Forza Nuova Varese ed i suoi militanti ringraziano sentitamente Andrea Bagaglio ed il Circolo Mercallese di Sinistra e Libertà per la donazione delle bandiere Tricolori donate alla Popolazione dal Circolo Mercallese.
Appoggiano e lodano vivamente l'iniziativa del Signor Bagaglio comunicano inoltre allo stesso ed al suo Partito che le Bandiere da loro donate saranno presenti in ogni iniziativa che il nostro Movimento ,da sempre in prima linea nel difendere e salvaguardare Popolo e Identità Nazionale parteciperà ed organizzerà nei giorni a venire.
Unica nota stonata riguarda la zona di produzione della Bandiere,ovvero il made in China.
Ma siccome a cavallo donato non si guarda in bocca siamo disposti a chiudere un occhio.
Ringraziamo nuovamente Sinistra e Libertà con la speranza che ci possano tenere in nota quanto metteranno in cantiere iniziative simili.
Viva L'Italia

Forza Nuova Varese

lunedì 31 ottobre 2011

FN, in mille A Roma.Fiore: "Moneta di popolo, e azzeramento del debito"

Mille a Roma, centinaia a Milano e Catania!

dal sito nazionale:

Circa 1000 militanti e sostenitori di Forza Nuova hanno manifestato in piazza del Risorgimento alle ore 18 sulla crisi del sistema finanziario e sul debito pubblico. "Il debito pubblico non va pagato" ha dichiarato il leader nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore. "Si tratta di un debito - ha proseguito l'esponente - creato in gran parte attraverso la truffa del Signoraggio, delle banche centrali che battono moneta mettendola in circolazione a debito dei popoli. Dobbiamo seguire l'esempio degli islandesi, che nel 2008 hanno rifiutato di pagare il 'buco' delle loro banche." Fiore ha sottolineato l'altro "punto essenziale e semplice del nostro programma, la moneta di popolo recuperando le teorie del giurista abruzzese Giacinto Auriti." Sul palco hanno preso parola Nicola Cospito del Movimento Nazionalpopolare, Valerio Arenare di Movimento Patria Nostra, il principe Ruspoli Sforza, il giornalista David Gramiccioli di Radio Ies e il responsabile romano di Forza Nuova Guido Saletnich.

giovedì 27 ottobre 2011

Mario Monti presidente del consiglio? L'Italia in mano alla Goldman SachsNegli ambienti più sofisticati del Pdl si fa strada l' idea di Mario Monti co

Negli ambienti più sofisticati del Pdl si fa strada l' idea di Mario Monti come Presidente del Consiglio di un governo tecnico, in sostituzione di Berlusconi ormai alle corde. La sinistra sarebbe daccordo anche perchè l' economista fu deus ex machina nell' ultimo governo Prodi. In quell' occasione, trovatisi di fronte al dilemma di come usare 10 miliardi di tesoretto improvvisamente apparsi, Prodi, Monti e Padoa Schioppa decisero di non ascoltare Rifondazione Comunista (che voleva usare il denaro per accontentare fasce sociali in difficoltà) e inviarono il denaro alle banche internazionali che richiedevano ( come oggi) l' urgente abbassamento del debito. Risultato, Rifondazione crollò nelle successive elezioni, affossata dalla fuga di coloro che aspettavano qualche intervento sociale e gli istituti finanziari gioirono dell' inaspettato bonus. Oggi lo schema è lo stesso e Monti,presidente della Trilateral Europa e membro di Bilderberg, si presenta oggi candidato unico di un governo tecnocrate appoggiato dalla sinistra e forse anche dalla Lega. Uomo di Goldman Sachs, ovviamente deciderà di drenare risorse importanti da pensionati e lavoratori e dirigerli silenziosamente verso la stessa Goldman Sachs che detiene parte del debito pubblico. Come Forza Nuova afferma da tempo e ribadirà con le manifestazioni di Sabato 29 Ottobre il debito non va pagato perchè creato dal nulla e il tentativo di golpe dei finanzieri va rintuzzato questa volta con argomenti forti e persuasivi, quali lo sciopero fiscale e la forza della piazza.

La segreteria nazionale

martedì 25 ottobre 2011

domenica 23 ottobre 2011

Corteo a Pavia


Il 5 novembre a partire dalle ore 21.00 prenderà il via da p.zza Minerva il corteo per ricordare Emanuele Zilli.

sabato 22 ottobre 2011

Olgiate (Como): di precariato si muore

dal sito nazionale:

Nella notte di mercoledì 19 ottobre i Militanti Lariani di Forza Nuova lungo via Roma di Olgiate Comasco hanno appeso per il collo a degli alberi dei manichini con attaccati dei cartelli recanti le scritte "IL RISPARMIO E' SOLO UN'ILLUSIONE, LA DELOCALIZZAZIONE AFFAMA!" e "DI PRECARIATO SI MUORE! RIDATECI IL NOSTRO FUTURO!" Il motivo di questa iniziativa è dovuto dal fatto che la SISME, una delle più grandi industrie metalmeccaniche della provincia, che ha sede ad Olgiate Comasco, ha investimenti in Cina e Slovacchia e ha in previsione la delocalizzazione di 300 operai nel giro di 2 anni, appunto per aprire un nuovo stabilimento in Slovacchia. Con disgusto abbiamo letto sull'articolo di lunedì della "Provincia" che il Direttore ha affermato: "bisogna che i sindacati si occupino degli operai che rimarranno e non dei trecento che perderanno il lavoro", ora noi, speriamo nel buon senso del Sindaco di Olgiate Comasco in quanto faccia pressione affinchè vengano almeno diminuiti i tagli e si prodighi tramite sindacati e camera di commercio ad un'azione di sostegno alla rioccupazione. La devastante crisi ha messo in ginocchio la Nazione e, specialmente ora che la barca è quasi totalmente affondata, abbandonarla lasciando in mare aperto padri di famiglia è un vero e proprio crimine. Forza Nuova è a fianco di quelle famiglie italiane che sono sul lastrico a causa di questa politica scellerata ed è pronta a scendere in piazza al loro fianco. Inoltre da sempre, lotta e spera per il ritorno ad uno Stato Sociale, distaccato dall'economia malata voluta da banche e poteri forti fino a che venga azzerata la disoccupazione e, a partire da un operaio semplice, col frutto del proprio nobile lavoro si possa arrivare degnamente a fine mese.

mercoledì 19 ottobre 2011

Onorato (FN): ma quali black bloc, si conoscono chi sono i teppisti di Roma

Teppismo e distruzione cieca, niente più, li chiamano back block, ma sono i soliti anarchici e centri sociali che noi conosciamo bene, ma che ora tutta la sinistra fa finta di non conoscere e fino a ieri ci andava a braccetto insieme, queste le parole di Giuseppe Onorato responsabile del centro Italia che continua, chi si strappa le vesti additando la violenza come male assoluto, dimentica che loro stessi sono la causa e i complici dei violenti. Forza Nuova da un decennio lotta contro i violenti democratici che cercano di impedire con la violenza la nostra azione politica; Roma, Milano, Mantova, Firenze, Genova, Ancona, città dove la violenza antifascista è usata come mezzo politico, ma mai nessuno ha mosso un dito o usato una parola contro i democratici violenti. Sono sempre gli stessi, si conoscono, ma si fa finta di non sapere ed ora addirittura li condannano, una sinistra ipocrita fino nelle ossa, che dovrebbe solo che vergognarsi, Dall’altra parte, la destra ufficiale, che punta il dito sul clima politico creato dall’opposizione e che invoca, a gran voce la giustizia, la legge e il carcere per tutti, ma stiamo scherzando?! Ma il Presidente del Consiglio con i suoi processi, il Governo che vara manovre illegali come quella sul referendum dell’acqua, gli onorevoli arrestati e i ministri che si ritrovano case pagate, queste non meritano giustizia e l’attuazione della legge?! Una classe politica intera, da destra a sinistra, ipocrita e falsa, da riciclare totalmente, ai quali vanno aggiunti gli indignati, in ritardo di 15 anni su battaglie come usura, sovranità monetaria e lotta alla finanza internazionale, che sono i capo saldi di Forza Nuova dal 1997, come si dice, meglio tardi che mai.
Giuseppe Onorato Coordinatore Forza Nuova centro Italia

giovedì 13 ottobre 2011

Basta banche, Basta usura!

Fiore: Forza Nuova si prepara alle manifestazioni contro le banche

Dal sito nazionale

Mentre tutti gli schieramenti politici evidenziano la loro totale mancanza di idee e l' accettazione supina del volere della BCE, Forza Nuova prepara le manifestazione per il 28/29 Ottobre in tre città italiane; Roma, Milano e Catania. Roberto Fiore segretario di Forza Nuova ha dichiarato "Mentre Prodi sostiene che per pagare il debito bisogna vendere Poste Italiane, Finmeccanica e ENI e magari anche l'oro, Berlusconi si inchina alla volontà della BCE nello smantellamento del sistema pensionistico e dell' articolo 18. Forza Nuova invece ritiene che per uscire della crisi sia necessario a) il rifiuto del debito b) che lo Stato emetta denaro c) e che si abbatta la classe politico mafiosa che imprigiona tutte le energie sane del nostro popolo". Altre nazioni, come ad esempio l' Islanda, hanno già iniziato un percorso rivoluzionario che poggia sui questi tre punti esposti dall' On. Fiore.
La Segreteria Nazionale.

martedì 11 ottobre 2011

lunedì 10 ottobre 2011

Dal sito nazionale

http://www.forzanuova.org/attualita/il-patriota-della-valle-fa-le-scarpe-romania

Il "patriota" Della Valle fa le scarpe in Romania


Le famose scarpe italiane di un campione del made in Italy, l’ultimo «calzolaio» di lusso, Diego Della Valle , difensore delle imprese italiane dai disastri del governo. Le sue Hogan, quelle che porta pure Berlusconi, nella versione nera, sportive ma di classe, come da sapiente artigianato italiano. Però, spesso, «made in Romania». È quel che trovano, marchiato dietro la linguetta di quella scarpa da 220 euro (circa lo stipendio medio di un lavoratore in Romania, dati di Confindustria), diversi clienti. In effetti succede, come ci spiega al telefono un dipendente di una boutique della Tod’s Spa, gruppo di Della Valle, che le Hogan sono fatte in Italia ma anche in Romania. In quale stabilimento romeno? Nel bilancio del gruppo non se ne parla. La semestrale 2011 spiega che «la produzione delle calzature e della pelletteria è affidata agli stabilimenti interni di proprietà del Gruppo, con il parziale ricorso a laboratori esterni specializzati, tutti dislocati in aree nelle quali storicamente è forte la tradizione nella rispettiva produzione calzaturiera e pellettiera». Ma si elencano solo quelli italiani, due a Comunanza (Ap), uno a Sant’Elpidio a Mare (Fm), un altro a Tolentino (Mc), due a Bagno a Ripoli (Fi). Quelli romeni saranno tra «gli esterni specializzati» dove «storicamente è forte» la lavorazione delle pelli, ma non se ne fa cenno. Un altro rivenditore ufficiale romano ci dà altre informazioni: «Della Valle ha comprato una fabbrica in Romania, ma sono fatte come quelle fatte in Italia. Quelle da bambino le fanno in Cina addirittura, sempre lui ha preso uno stabilimento in Cina. Ma usano sempre personale italiano». Cioè la Tod’s delocalizza in Romania e Cina e ci manda gli operai italiani? Sarebbe un po’ strano... «Il marchio made in Italy è decisivo, altrimenti non si spiegherebbe perché tutti ce lo imitino» ha spiegato il grande imprenditore marchigiano qualche mese fa, in un convegno ad Ancona. Le sue aziende, riporta anche Wikipedia, «sono il simbolo del made in Italy». Perciò si spiega la reazione di chi compra Hogan e si trova «made in Romania», o «made in China». Nella pagina ufficiale Facebook di Hogan, si è aperta una discussione, sotto questo titolo: «Scarpe made in Romania». Lamenta il signor Salvatore C.: «Caro Hogan ho acquistato 1 paio di Hogan interactive color argento nel negozio Hogan a Napoli. Mi sono accorto che dentro c’è scritto made in Romania, il responsabile mi ha comunicato che Hogan cioè Della Valle hanno la fabbrica anche fuori Italia. Allora mi domando perché le dobbiamo pagare 240 euro se la manodopera è di pochi euro e poi non è un prodotto made in Italy?». L’azienda gli ha risposto di rivolgersi al Servizio clienti, «sarà loro premura risponderti quanto prima». Anche la signora Annamaria S. si stupisce: «Anche io ieri ho comprato un paio di Hogan interactive numero 35 junior, arrivo a casa e trovo made in Romania!». E allora? Il finanziamento del restauro del Colosseo, la poetica del calzolaio di paese (le foto in bianco e nero del nonno Filippo, artigiano e fondatore), i suoi prodotti «tutti sinonimi del lusso italiano»? Che volete, business is business. E su questo Della Valle va lasciato stare. Il primo semestre 2011 ha segnato un +16,4% di ricavi rispetto all’anno prima. Magari risparmiando qua e là, con l’aiuto dei romeni.


domenica 9 ottobre 2011

domenica 2 ottobre 2011

Forza Nuova sequestra simbolicamente i parchimetri a Gavirate: torneranno in funzione lunedì.

Anche su: www.varese7press.it

Nell’odierna serata militanti Forzanovisti hanno simbolicamente sequestrato i parcometri posti a Gavirate che entreranno in funzione lunedi 3 Ottobre.

Forza Nuova denuncia l’ennesima squallida manovra di una giunta incompetente e incapace ,che perfettamente in linea con lo stile dell’attuale governo capace solamente di far pagare ai cittadini tramite tasse ,balzelli, accise e stratagemmi errori,e gestioni fallimentari,politiche clientelari nonché una cattiva gestione della cosa pubblica.

Sindaco e giunta non si sono posti il dubbio su dove parcheggeranno oltre ai parenti degli ospiti i dipendenti della Casa di Riposo. Oltre al danno economico che questa sconcertante operazione porterà al mercato Gaviratese del Venerdì. Il rilancio economico del paese e delle realtà locali e ben distante dalle mente obnubilate di questi amministratori miopi.

Il rilancio economico non potrà mai partire da un sistema che si sostiene solo sullo spennamento continuo dei cittadini. 0.80centesimi per il sìgnor Sindaco non sono nulla.

Per Noi equivalgono al prezzo di acquisto di due panini,e non ci sembra poco

Federazione Provinciale Varesina

Movimento Politico Forza Nuova

Sequestrati i parcometri in centro

Da: www.varesenews.it

Manifesti sui nuovi parcometri istallati a Gavirate. L'azione, avvenuta nel pomeriggio di oggi, sabato 1 ottobre, viene rivendicata in serata da Forza Nuova Varese con una e-mail che annuncia: "Sequestrati simbolicamenti i nuovi parcometri installati dalla Giunta Comunale Gaviratese. Parcometri che inizieranno la loro opera di rapina legalizzata ai danni dei cittadini Gaviratese. Teniamo a precisare che le strisce blu a pagamento sono state realizzate all'interno della carreggiata,quindi illegali".
Questo invece il messaggio affisso: "Apparecchio Sequestrato in nome del Popolo Italiano. Noi non paghiamo la vostra incompetenza. Noi non paghiamo la vostra cattiva Gestione. Siamo stufi di Tasse, balzelli e accise".

giovedì 29 settembre 2011

Articolo da: la provincia sull'azione di ieri sera

da: www.laprovinciadivarese.it

Varese, sacche di sangue
davanti all'Agenzia delle entrate

VARESE Simbolica provocazione dei militanti varesini di Forza Nuova che hanno “donato” delle sacche di sangue, ponendole davanti alle sedi varesine e luinesi di Equitalia e dell'Agenzia delle entrate. "Protestaimo - si legge in una nota - contro il continuo dissanguamento a cui viene sottoposto il popolo italiano. Tasse, Imposte, Balzelli,Usura bancaria e sprechi. Il tutto assecondato da una classe politica incompetente e asservita a banchieri e poteri forti".


Azione contro tasse, tagli e politiche del governo










martedì 27 settembre 2011

Resoconto della 2 giorni a Verona

Grande partecipazione al Primo Corso di Formazione Forzanovista del Nord Italia tenutosi a Verona.


Tutte le sezioni e i nuclei delle regioni settentrionali con i coordinatori

regionali e i responsabili provinciali, insieme ai quadri organizzativi di
ogni realtà militante, sono convenuti al Corso di Formazione che si è tenuto
a Verona il 24/25 settembre.
Fondamentale è stato, proprio alla vigilia di una stagione politica che sarà
determinante non solo per la nostra Nazione ma per l'intera Europa,
ritrovare tutte le nostre sezioni per stabilire dei punti fermi a breve e
medio termine, così da poter impostare un'unica ed uniforme azione politica
sul territorio equilibrando tutte le realtà in movimento ed accompagnandole
ad un uguale e importante livello di incidenza politica locale.
I corsi hanno trattato argomentazioni sia prettamente politiche ma
soprattutto logistico/organizzative, tutte determinanti alla luce della
continua evoluzione dei criteri di rapportazione politico militante che le
nostre sezioni devono tenere con e a difesa della Comunità Nazionale proprio
durante questi ultimi colpi di coda di un sistema ormai in agonia sociale,
politica ed economica.

Partendo dalla comunicazione e dai rapporti con i media, passando dallo
stile di occupazione della piazza e dalla nuova idea della "sezione
polivalente" che riesca ad attrarre simpatizzanti e cittadini anche al di
fuori del nucleo militante, si è delineato il determinante ruolo che Forza
Nuova, insieme ai nostri equivalenti europei, dovrà avere nei prossimi anni.
Determinante apporto e' stato fornito da Gianni Correggiari e Roberto Fiore,
rispettivamente Vice Segretario e Segretario Nazionale di Forza Nuova, che
hanno delineato con tanta chiarezza quanta inesorabile franchezza l'attuale
grave situazione nazionale ed europea, chiarendo le prospettive politiche di
lotta attuali e future di Forza Nuova in Italia e in Europa.
E' stata poi confermato che si terra' il Congresso Nazionale nel prossimo
dicembre.
Oltre poi all'esposizione della rinnovata realtà di Lotta Studentesca e di
Lotta Studentesca Universitaria, appena consolidata durante il recente
Ufficio Politico tenutosi a Massa, si è tenuto un breve ma intenso corso di
autodifesa personale per i militanti che ogni settimana affrontano la piazza
e si è puntata l'attenzione ancora una volta sull'importanza della
distribuzione regolare dei mezzi cartacei ufficiali di propaganda
forzanovista: Il Megafono e la rivista Ordine Futuro, da poco anche on-line.

Al giusto grado di tensione militante, imposto da questi mesi e anni
decisivi, si è unita la proverbiale convivialità forzanovista che sempre più
serra i ranghi della nostra comunità fatta di uomini e di donne che da più
di un decennio lottano per la Ricostruzione Nazionale al fianco di un Popolo
forse un po' stanco e debilitato da un potere ormai lontano e sganciato
dalla gente, ma ogni giorno sempre più consapevole della realta' e quindi
disposto anch'esso a combattere per il proprio futuro, come confermano le
continue nuove adesioni al nostro Movimento.
Forza Nuova e i suoi militanti stanno crescendo di giorno in giorno; tutti
gli Italiani se ne stanno accorgendo!

Luca Castellini
Coordinatore Forza Nuova per il Nord Italia

lunedì 26 settembre 2011

Da "la gazzetta di Mantova": Scontri per Forza Nuova Denunciati gli antifascisti

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2011/09/25/news/scontri-per-forza-nuova-denunciati-gli-antifascisti-1.836703

Solo una denuncia per manifestazione non autorizzata e nessun provvedimento relativo a lesioni o episodi di violenza. Ecco quanto deciso dalla questura in seguito ai disordini scoppiati venerdì sera in occasione del convegno di Forza Nuova a cui si è contrapposto il sit-in dei giovani antifascisti mantovani. Il questore Antonino D'Aleo ha precisato che la vicenda è stata gestita con «equilibrio, fermezza e professionalità».

«I due schieramenti – ha proseguito il capo della polizia – non sono venuti a contatto e questo ha permesso di evitare incidenti. In queste ore saranno individuati e denunciati alla procura per manifestazione non autorizzata i promotori e gli organizzatori del raduno di protesta e di resistenza passiva». Il sit-in era stato indetto dal comitato Mantova antirazzista e antifascista.

Venerdì sera in via Giulio Romano, vicino alla sala Isabella d'Este dove era previsto l’appuntamento di Forza Nuova, la polizia ha dovuto procedere con una carica di alleggerimento per impedire che i due gruppi venissero a contatto. Il momento più caldo è stato quando gli esponenti di Forza Nuova, accompagnati dal leader Roberto Fiore, hanno cercato di entrare dal portone principale della sala .

Una sessantina i giovani della sinistra, una ventina quelli di Forza Nuova. I primi hanno cercato di premere il cordone formato dai poliziotti per impedire agli avversari politici di entrare. Alla fine dei tafferugli il bilancio è stato di tre contusi: un poliziotto del reparto mobile e due giovani. A quanto risulta nessuno si è fatto refertare in ospedale.

«Se l'avessimo saputo saremmo arrivati in cento» aveva fatto presente venerdì sera Roberto Fiore durante i disordini. «Mala gestione dell'ordine pubblico – ha rincarato la dose il coordinatore di Forza Nuova per il Nord Italia, Luca Castellini, in un comunicato a fine serata – nonostante le rassicurazioni della questura. Se le forze dell’ordine pensavano di farci stare chiusi tra quattro mura con al di fuori non più di venticinque persone convinte di insultare dei topi in gabbia hanno sbagliato di grosso. Tra qualche settimana e senza nessun preavviso se non alla stampa, visto che tanto è stato possibile per gli altri, anche noi faremo una passeggiata in centro».

«Se torneranno organizzeremo un altro servizio d'ordine pubblico – risponde il dottor D'Aleo – e ancora una volta non succederà nulla. Tutti sono liberi di manifestare ma devono essere autorizzati. Se Forza Nuova vuole fare un'altra manifestazione dia il giusto preavviso. Noi, per quanto ci riguarda abbiamo impedito incidenti e salvaguardato l'incolumità dei cittadini consentendo la manifestazione».

Sempre venerdì, in tarda serata, un gruppo di giovani della sinistra aveva improvvisato un corteo raggiungendo via Roma, sede del Comune. Nel mirino il sindaco Nicola Sodano: «Ha autorizzato una manifestazione fascista».

Da Bergamonews: Expo gay, Forza Nuova: "Fiera degli eccessi"

http://www.bergamonews.it/bergamo/articolo.php?id=47334

Forza Nuova Bergamo ritorna sull'Expo del turismo gay, ospitato dalla Fiera di Bergamo venerdì e sabato nell'ambito di No frills, definendo l'evento una "carnevalesca fiera degli eccessi". E il partito di estrema destra torna anche sui momenti di tensione di venerdì sera con un gruppo di rappresentanti del centro sociale Pacì Paciana, che vengono definiti "rifiuti della storia".
In quell'occasione, venerdì sera, Forza Nuova voleva recuperare materiale propagandistico nella sua sede per trasferirsi in via Tasso e manifestare sotto il palazzo della prefettura, contro il patrocinio del governo all'Expo del turismo gay. "Arrivati in ordine sparso in Borgo Palazzo, per recuperare il materiale nei locali della sede, i forzanovisti si sono trovati di fronte alcune decine di esponenti della sinistra violenta con al seguito caschi, tirapugni e quant’altro. Soliti volti, soliti intolleranti, soliti “rifiuti della storia” - si legge nel comunicato di Fn, scritto in terza persona -. Data la presenza di numerose famiglie e abitanti del quartiere Forza Nuova ha ritenuto opportuno, allo scopo di non alzare la tensione, non proseguire l’attività politica prefissata; i forzanovisti non hanno però rinunciato, nonostante le pressioni delle forze dell’ordine, ad abbandonare piazza Sant’Anna, dove per un’ora e mezza hanno fronteggiato i più numerosi ed armati militanti dei centri sociali. La situazione di tensione si è sbloccata quando i militanti bergamaschi sono, tranquillamente, rientrati in sede senza che nessun antagonista muovesse un dito per impedirlo".
Tornando all'Expo Gay: "La sponsorizzazione di questa carnevalesca fiera degli eccessi e la sua legittimazione mascherata da promozione di malintesi diritti civili risulta tanto più triste se attuata sotto la pressione di un giro d'affari milionario, attraverso il quale lo sfruttamento delle più triviali bassezze dell'animo umano si propone come soluzione alla crisi economica in atto. Una simile discutibile decisione, ancor meno comprensibile da parte di una compagine politica che aveva volutamente evidenziato nel suo programma elettorale l'intenzione di difendere la famiglia ed i valori naturali della società, è sintomatica dello stato confusionale nel quale si dibatte la politica cittadina e rivela la preoccupante miseria culturale della presente amministrazione aggiungendo una nuova voce alla lunga lista di intenzioni tradite e di promesse non mantenute. Nella speranza che anche qualcuno altro, insieme a noi, voglia porre rimedio quanto prima a questo sconfortante stato di cose non resta che la protesta.

domenica 25 settembre 2011

mercoledì 21 settembre 2011

Fiore (FN): appello al governo e CE, Lampedusa abbandonata

dal sito nazionale:

A seguito dell' ennesimo episodio di rivolta degli immigrati irregolari ospitati a Lampedusa, che ha visto dare alle fiamme il CIE da parte degli immigrati in esso ospitati per protesta contro i rimpatri,l' On. Roberto Fiore leader di Forza Nuova si appella al Governo e all'Europa. "Di concerto con il Sindaco dell' isola di Lampedusa, Dott. De Rubeis, il quale mi ha rivolto un accorato appello ad intervenire sulla questione, chiedo al Governo Italiano, ma soprattutto alla Comunità Europea e alle Agenzie Comunitarie preposte di intervenire immediatamente per liberare Lampedusa dai clandestini e bloccare definitivamente al largo delle coste lampedusane tutti gli sbarchi." afferma Fiore "L' immigrazione selvaggia, frutto di rappresaglie politiche fra Stati e nuova "arma" dei moderni conflitti, non può più minare la salute , la sicurezza e la serenità dei cittadini. Forza Nuova chiede un intervento immediato per la risoluzione del problema, che ha visto con gli ultimi episodi mettere a repentaglio addirittura la vita e la salute dei cittadini italiani residenti in questo lembo di terra italiana, da tutti dimenticata."

giovedì 15 settembre 2011

Da "Il Giornale"


tratto da il Giornale.it

Se lo Stato sociale affonda le radici nel Ventennio

Sanità pubblica, enti previdenziali, tutela del lavoro e Stato sociale hanno, nel nostro Paese, un'origine comune che troppo spesso viene volutamente dimenticata. Un'origine che non è di sinistra ma che affonda proprio nel Ventennio fascista. 

 

Ci vuole uno studioso della tempra e della bravura di Michele Giovanni Bontempo - giurista cattolico e funzionario del Ministero dell'Economia e delle Finanze - per riportare alla luce quel lungo processo che, nell'arco di ben quindici anni, ha portato il nostro Paese a fare impresa. Dall’agro-alimentare al tessile, dal chimico al meccanico. Lo Stato sociale nel Ventennio racconta la nascita di quel prestigioso marchio, noto a livello mondiale con il nome di made in Italy. E' così che, capitolo dopo capitolo, Bontempo ripercorre con sapienza la storia di quelle aziende (tuttora molto vitali) che sono il vanto della nostra produzione. 
Il welfare del Ventennio Dall'Istituto nazionale di assistenza malattie (Inam) all'Opera maternità e infanzia, dall'Assistenza ospedaliera per i poveri alle grandi opere pubbliche. "Chi ha promosso questo welfare italiano, questa sociale, economica ed industrial, che ha reso grande l'Italia anche all'estero? - si chiede Bontempo - non la sinistra, ma il fascismo durante il Ventennio. Una legislazione sociale che ha ripreso il meglio del welfare giolittiano". Nel saggio pubblicato nella collana dei Libri del Borghese, Bontempo descrive con estrema precisione il cambiamento della società italiana negli anni che videro la nascita e l'affermazione del fascismo, soffermandosi soprattutto sulle leggi e sui provvedimenti che portarono il nostro Paese tra le nazioni con il Welfare più evoluto dell'epoca. Da Lo Stato sociale nel Ventennio emerge, con gustosa chiarezza, la profonda maturazione della società italiana che vede rivoluzionarsi i rapporti alla base del lavoro. Datori di lavoro e lavoratori hanno diritti ed obblighi reciproci.
Un Ventennio di cambiamenti Le fonti di Bontempo sono i testi storici e le Gazzette Ufficiali dell'epoca, rarità oggi sconosciute al grande pubblico. Si inizia con un rapido esame della società e dell'economia appena emerse dalla Grande Guerra, allo sbando la prima, praticamente distrutta la seconda. Partendo da tale premessa Bontempo analizza le politiche intraprese dal governo Mussolini per agevolare la tendenza a "fare impresa". Una tendenza che, stranamente, avrebbe poi salvato l'economia italiana sando vita al boom economica degli anni Cinquanta e Sessanta. Tutto questo passando attraverso la promozione di una politica sociale senza precedenti. Alla fissazione dell’orario di lavoro fa seguito l’ampia tutela per le donne (di questi anni il divieto di licenziamento per le gestanti) e i bambini. Non solo. Il saggio di Bontempo mostra molto chiaramente come il governo Mussolini abbia varato la prima normazione relativa all’igiene ed alla salubrità delle fabbriche.
La legislazione sociale del Ventennio Lo Stato sociale nel Ventennio riporta alla luce, con estremo coraggio, conquiste che non vengono insegnate a scuola. E' così che Bontempo ripercorre le radici del divieto di licenziamento senza giustificato motivo o senza giusta causa e degli istituti che garantiscono e regolano non solo la pensione ma anche le assicurazioni di invalidità, vecchiaia e disoccupazione. Bontempo ricorda, poi, come sia proprio di questi anni l’introduzione degli assegni per gli operai con famiglia numerosa e l'istituzione di strutture il cui fine è quello di assistere i poveri e quelli che oggi chiameremmo "diversamente abili". Nel Ventennio, spiega Bontempo, la conservazione del posto di lavoro era garantita e favorita da continui corsi professionali che avevano lo scopo di aggiornare il lavoratori. Sono solo alcuni (pochi) degli esempi che il giurista confeziona in un saggio istruttivo e prezioso per riscoprire le radici e i cardini del nostro Stato sociale

 

GAZEBO CAMBIO INDIRIZZO

ATTENZIONE:    il gazebo di sabato 17 settembre si svolgerà in via Milano (nelle vicinanze della stazione nord) sempre a Varese dalle ore 15.30 circa.
Ci si vede.




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