Forza Nuova Varese

Inoltre il mercoledì sera si terranno i corsi di formazione forzanovista.


Più buia la notte più Luminosi i fuochi


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sabato 31 dicembre 2011

Buon anno a tutti!!

mercoledì 28 dicembre 2011

In Grecia è crisi nera, povertà e suicidi alle stelle

fonte: http://www.ilcambiamento.it/crisi/grecia_crisi_nera_poverta_suicidi.html

Neonati denutriti perché i genitori non sono più in grado di alimentarli a sufficienza; bambini che in classe arrivano senza il pranzo e dicono di esserselo dimenticato e insegnanti che cercano disperatamente di rimediare cibo per i loro alunni che fanno la fame. Intanto negli ospedali i pazienti che pagano bustarelle ai medici pur di essere curati, e le grandi case farmaceutiche iniziano a sospendere la rifornitura di farmaci. Non è un film, né un reportage da un paese del terzo mondo. Siamo in Grecia, a pochi chilometri da noi, a pochi giorni da Natale. Il Natale più povero che i greci possano ricordare, almeno da una cinquantina d'anni a questa parte. Per le strade di Atene, quasi nessuno. I negozi che vendono regali sono praticamente deserti. Il meccanismo si è rotto: nessuno spende più, nessuno lavora più. Fra i giovani la disoccupazione è alle stelle. Il 40 per cento di quelli compresi fra i 18 e i 30 anni è disoccupato; altri lavorano gratis. Tutti, o quasi, vorrebbero fuggire, molti lo fanno. Chi va in Germania, chi in Svezia, chi prova ad andare in Australia. Vanessa, 26 anni, intervistata dal Corriere della Sera, arriva a dire di odiare il proprio paese, di volersene andare immediatamente per non tornare più. Secondo i dati della Confederazione nazionale del commercio ellenica, nove greci su dieci hanno abolito le spese per il vestiario e per le calzature, otto su dieci le spese per i divertimenti, e ben uno su quattro non riesce ad avere i soldi per acquistare generi di prima necessità, dunque si trova al di sotto della soglia di povertà. Se sino a tre anni fa la Grecia, paese del sole, del Sirtaki e del quieto vivere, era il paese europeo con meno suicidi, oggi la situazione è capovolta, la Grecia occupa la prima posizione. E le brutte notizie non finiscono qui. Proprio oggi il governo Papademos si appresta a sferrare un altro duro colpo ai propri cittadini. Il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a decidere sull'ipotesi di tagliare ancora le pensioni, per la terza volta negli ultimi cinque mesi. Le riduzioni previste dal disegno di legge del ministero del Lavoro parlano di tagli che vanno dal 15 al 40 per cento, a seconda della situazione finanziaria dell'Ente Previdenziale. Un'altra mazzata ad un paese moribondo. Entro il 2015, poi, la troika composta da Fmi, Bce e Ue ha chiesto il taglio di altri 150mila dipendenti statali. Per strada, così come sui giornali e nei salotti televisivi, si fa a gara a trovare i colpevoli della crisi. Chi accusa la corruzione della classe politica, chi la Germania, chi il sistema finanziario, chi gli stessi cittadini rei di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Ciò che sembra piuttosto ovvio, è che la cura Papademos non salverà il paese. La medicina dell'austerità, somministrata in dosi così massicce, sembra piuttosto infierirgli un colpo mortale. Dunque il peggio deve ancora venire. Il 2012 si prospetta come l'annus horribilis per la Grecia, che difficilmente riuscirà ad alzare la testa. All'inviata del Corriere della Sera, Vanessa dice, concludendo, “state attenti voi italiani, anche se non sembra la crisi dilaga. E voi potreste essere i prossimi”. Già, la Grecia dista solo una sottile striscia di mare dalle nostre coste. E la cura Monti somiglia molto a quella dell'amico Papademos. È vero, probabilmente saremo i prossimi. È importante saperlo. Non è il tempo di negare l'evidenza, di chiudere gli occhi e sognare ancora per quei pochi istanti prima della sveglia. Ma neanche il tempo di disperarsi e strapparsi i capelli. È importante capire a fondo, trovare alternative condivise, magari prendendo spunto da quanto avviene in Islanda, o in Ecuador; comprendere che un momento di rottura è un passaggio ormai inevitabile nella transizione ad una società diversa.

venerdì 23 dicembre 2011

Buone feste!!

L´Argentina in dieci anni dal collasso al rinascimento.Come liberarsi del FMI

dal sito nazionale:

Oggi, esattamente dieci anni fa, tra il 19 e il 20 dicembre 2001, l´Argentina esplodeva. Fernando de la Rúa, ultimo presidente di una notte neoliberale durata 46 anni, appoggiato da una maggioranza nominalmente di centro-sinistra, sparava sulla folla (i morti furono una quarantina) ma era costretto a fuggire dalla mobilitazione di un paese intero. Le banche e il Fondo Monetario Internazionale gli avevano imposto di violare il patto con le classi medie sul quale si basa il sistema capitalista: i bancomat non restituivano più i risparmi e all´impiegato Juan Pérez, alla commerciante María Gómez, all´avvocato Mario Rodríguez era impedito di usare i propri risparmi per pagare la bolletta della luce, la spesa al supermercato, il pieno di benzina. di Gennaro Carotenuto Il cosiddetto "corralito", il blocco dei conti correnti bancari dei cittadini, era stato l´ultimo passo di una vera guerra economica contro l´Argentina durata quasi cinquant´anni. L´FMI era stato il vero dominus del paese dal golpe contro Juan Domingo Perón nel 1955 fino a quel 19 dicembre 2001. Attraverso tre dittature militari, 30.000 desaparecidos e governi teoricamente democratici ma completamente sottomessi al "Washington consensus", l´Argentina era passata dall´essere una delle prime dieci economie al mondo all´avere province con il 71% di denutrizione infantile, dalla piena occupazione al 42% di disoccupazione reale, da un´economia florida al debito pubblico pro-capite più alto al mondo. Con la parità col dollaro, e con la popolazione addormentata dalla continua orgia di televisione spazzatura dell´era Menem (1989-1999), il paese aveva dissipato un´invidiabile base manifatturiera e tecnologica. Nulla più si produceva e si spacciava che oramai fosse conveniente importare tutto in un paese che aveva accolto, realizzato e poi infranto il sogno di generazioni di migranti e da dove figli e nipoti di questi fuggivano. In quei giorni, in quello che per decenni il FMI aveva considerato come il proprio "allievo prediletto", salvo misconoscerlo all´evidenza del fallimento, non fu solo il sottoproletariato del Gran Buenos Aires ridotto alla miseria più nera a esplodere ma anche le classi medie urbane. Queste, che per decenni si erano fatte impaurire da timori rivoluzionari e d´instabilità, blandire da promesse di soldi facili e convincere che il sol dell´avvenire fosse la privatizzazione totale dello Stato e della democrazia, si univano in un solo grido contro la casta politica e finanziaria responsabile del disastro: "que se vayan todos", che vadano via tutti. Era un movimento forte quello argentino, antesignano di quelli attuali, e solo parzialmente rifluito perché soddisfatto in molte delle richieste più importanti. I passi successivi al disastro furono decisi e in direzione ostinata e contraria rispetto a quelli intrapresi nei 46 anni anteriori. Quegli argentini che a milioni si erano sentiti liberi di scegliere scuole e sanità private adesso erano costretti a tornare al pubblico trovandolo in macerie. Al default, che penalizzava chi speculava -anche in Italia- sulla miseria degli argentini, seguì la fine dell´irreale parità col dollaro. Le redini del paese furono prese dai superstiti di quella gioventù peronista degli anni ´70 che era stata sterminata dalla dittatura del 1976. Prima Néstor Kirchner e poi sua moglie Cristina Fernández, appoggiati in maniera crescente dagli imponenti movimenti sociali, con una politica economica prudente ma marcatamente redistributiva, hanno fatto scendere gli indici di povertà e indigenza a un quarto di quelli degli anni `90. Al dunque l´Argentina ha dimostrato che perfino un´altra economia di mercato è possibile e dal 2003 in avanti il paese cresce con ritmi tra il 7 e il 10% l´anno. La crescita economica è stata favorita da una serie di fattori propri del nostro tempo, dall´aumento dei prezzi dell´export agricolo all´arrivo della Cina come partner economico. Soprattutto però i governi kirchneristi sono stati, con Brasile e Venezuela, i grandi motori dell´integrazione latinoamericana, una delle principali novità geopolitiche mondiali del decennio. Le date chiave di tale processo sono due: Nel 2005 a Mar del Plata, soprattutto la sinergia Kirchner-Lula stoppò il progetto dell´ALCA di George Bush, il mercato unico continentale che voleva trasformare l´intera America latina in una fabbrica a basso costo per le multinazionali statunitensi mettendo un continente intero a disposizione degli Stati Uniti per sostenere la competizione con la Cina. Nel 2006 l´Argentina e il Brasile, con l´aiuto di Hugo Chávez, chiusero i loro conti col FMI: "non abbiamo più bisogno dei vostri consigli interessati" dissero mettendo fine a mezzo secolo di sovranità limitata. Per anni i media mainstream mondiali hanno cercato di ridicolizzare il tentativo del popolo argentino di rialzare la testa, l´integrazione latinoamericana e la capacità del Sudamerica di affrancarsi dallo strapotere degli Stati Uniti e dell´FMI. A dieci anni di distanza, tirando le somme, ci si può levare qualche sassolino dalla scarpa su chi disinformasse su cosa. Ancora un anno fa, nel momento della morte di Néstor Kirchner i grandi media internazionali -quelli autodesignati come i più autorevoli al mondo- avevano di nuovo offeso la presidente, con un maschilismo vomitevole, descrivendola come una marionetta incapace di arrivare a fine mandato. Il popolo argentino la pensa diversamente e il 23 ottobre 2011 l´ha confermata alla presidenza al primo turno con il 54% dei voti. Cristina, e prima di lei Néstor, ad una politica economica che ha permesso all´Argentina di riprendere in mano il proprio destino, affianca una politica sociale marcatamente progressista. Perfino nei media l´Argentina è oggi all´avanguardia nel mondo nella battaglia contro i monopoli dell´informazione: non più di un terzo può essere lasciato al mercato, il resto deve avere finalità sociali e culturali perché non di solo mercato è fatta la società. A dieci anni dal crollo l´Argentina sta vincendo la scommessa della sua rinascita. I paradigmi neoliberali sono sbaragliati e dall´acqua alle poste alle aerolinee molti beni sono stati rinazionalizzati per il bene comune dopo essere stati privatizzati durante la notte neoliberale a beneficio di pochi corrotti. I soldi investiti in educazione sono passati dal 2 al 6.5% del PIL e... la lista potrebbe continuare. Basta un dato per concludere: dei 200.000 argentini che nei primi mesi del 2002 sbarcarono in Italia (tutti o quasi con passaporto italiano) alla ricerca di un futuro, oltre il 90% sono tornati indietro: "meglio, molto meglio, là".


martedì 20 dicembre 2011

giovedì 15 dicembre 2011

Una sola soluzione: Sovranità monetaria e nazionale!


PENSIONATO 85ENNE TENTA DUE RAPINE: "HO FAME". I CARABINIERI GLI OFFRONO IL CAFFÉ

da leggo.it

Ma dove stiamo finendo? Questa è l'Italia che vuole Monti e che vuole il Governo...episodi del genere sono all'ordine del giorno...Governo di banchieri e affamatori fuori dalle palle!!


CUNEO - "La pensione non mi basta a mantenere la famiglia, ho fame". Questa la giustificazione di un pensionato di 85 anni che oggi a Cuneo ha tentato senza successo due rapine ai danni di altrettanti uffici postali. I carabinieri, una volta portato in caserma, gli hanno offerto la colazione alla mensa della caserma. L'uomo, P.G. classe 27, si è presentato nell'ufficio postale di frazione Spinetta con una pistola giocattolo e, di fronte ai clienti spaventati, ha ordinato all'impiegata, in modo assai concitato, di consegnargli il denaro che aveva in cassa, La donna però lo ha riconosciuto perchè - ha detto - in passato lo aveva già visto chiedere l'elemosina nei paraggi; ha preso tempo e ha chiamato con il telefonino le forze dell'ordine. Il pensionato, dunque, ha desistito e, in bicicletta, ha raggiunto le Poste centrali. Anche qui ha ripetuto la scena, ma l'impiegata, forse poco convinta dall'età avanzata e dall'aspetto dimesso dell'aspirante rapinatore, ha temporeggiato. L'uomo si è convinto che non sarebbe riuscito ad avere il denaro e si è allontanato, ma i carabinieri lo hanno individuato nel giro di pochi minuti.

lunedì 12 dicembre 2011

Fiore scrive alla sede di" Chi l'ha visto?":verità sulla Strage di Acca Larenzia

dal sito nazionale:

Oggi ho scritto alla redazione di "Chi l'ha visto?" eccovi il testo della mia lettera: Abbiamo avuto modo di apprezzare la professionalità e la serietà con le quali vi siete occupati di molti degli episodi di cronaca giudiziaria più oscuri e intricati della storia recente della nostra Repubblica, così come delle implicazioni che questi episodi hanno comportato nella vita politica italiana; anche in merito alla vostra indagine sull’omicidio del giovane Valerio Verbano. Ci piacerebbe ricordarvi che ogni 7 gennaio ricorre l’anniversario della strage di Acca Larenzia. In questa storica sezione dell’ MSI furono commessi gli omicidi di tre giovani militanti del partito, che innescarono una spirale di violenza che caratterizzò gli anni successivi, insanguinando duramente la nostra storia. Il sottoscritto, pochi giorni fa, si è recato, con alcuni attivisti di Forza Nuova, a contestare il Generale Edoardo Sivori, in occasione di un suo intervento ad un meeting del partito delle Aziende, di cui quest’ultimo fa parte. Lo stesso Edoardo Sivori, ora Generale dell’Arma dei Carabinieri, che fu responsabile assolto e impunito dell’omicidio, proprio ad Acca Larenzia, del giovane militante dell’ MSI Stefano Recchioni. Considerando abbastanza strano il fatto che, l’allora carabiniere Sivori, non solo non abbia scontato neanche un giorno di pena per un omicidio perpetrato a sangue freddo davanti a testimoni, ma che sia stato addirittura fatto assurgere al rango di Generale dell’Arma e che goda di un’agibilità e di una visibilità politica incomprensibile, ci appelliamo alla vostra professionalità e alla vostra obiettività affinché voi possiate preparare e condurre un’ inchiesta sul perché tali crimini, così efferati, ad un certo momento della nostra storia siano rimasti impuniti ed anzi, a quanto pare, considerati come delle tacite medaglie al valore. Riguardo a tutto ciò, e riguardo soprattutto al fatto che questo omicidio comportò anni di cruda e aspra violenza politica, sarebbe interessante gettare una luce differente, su chi furono i mandanti di questi omicidi, sul perché rimasero impuniti, a chi fossero funzionali, e su cosa significhi oggi la partecipazione di alcuni di questi signori alla vita politica della nazione; tutto questo con la serietà e l’obbiettività che vi contraddistingue. Nell’attesa di un vostro cortese riscontro invio i miei più cordiali saluti.

lunedì 5 dicembre 2011

Risposta di FN Varese a Luca Ferrazzi (Fli)

Apprendiamo dagli organi di Stampa che il Signor Luca Ferrazzi ha espresso alcune considerazioni riguardo la nostra azione dimostrativa nei confronti del suo Segretario Gianfranco fini ed il Partito che dirige.

Teniamo a riconfermare la validità e la denuncia della nostra azione nei confronti di un uomo e di un Partito. Uomo il cui percorso umano e politico si conferma da sè: Diventato Segretario del Fronte della gioventù dopo essere giunto dopo regolare votazione Settimo( il primo fu Marco Tarchi ). Già da giovane seppe sfruttare abilmente Uomini e situazioni per un proprio tornaconto. Pessimo esempio di cosa non deve essere un uomo politico,che ai bisogni di un Popolo e di una Nazione antepone i propri ,vedi: immersioni in località ove questa è proibita , appropriazioni di donazioni ( case a Montecarlo ) che sarebbero dovute essere destinate ad altri scopi e non ad uso personale o di Famiglia, non dimenticando i continui cambi di Pensiero Casacca ed Idea.

Appoggiando tizio per poi rinnegarlo il giorno dopo. Insomma un vero Politico dei nostri giorni. Il Signor Ferrazzi ci imputa di non avere un programma politico e che le nostre Idee sarebbero fuori dal tempo. Ci spiace per lui ma Forza Nuova ha un programma politico ben preciso e sviluppato ed è quello dalla sua Fondazione, Noi non abbiamo bisogno di cambiarlo ogni mese adeguandolo alle varie situazioni che l’opportunismo della politica richiede.

Purtroppo per lor Signori per noila Politicaè una passione , sono le Idee che diventano azione. Ma questo forse lor Signori non lo comprendono. Ma tornando al Loro Congresso, dove si annunciava con enfasi la presenza di ben 800 e passa delegati ridotti poi drasticamente del 70 % . Congresso dove è avvenuta la presentazione alle votazioni di un candidato mai visto, con iscritti virtuali registrati via Web.Misteri della politica.Sembrerà strano ma noi in Forza Nuova ci conosciamo tutti dal Dirigente al Militante, non ci sono volti oscuri manovrati da non si sa bene chi.

Se i nuovi Futuristi fossero interessati a voler assistere ad un vero Congresso li invitiamo ufficialmente a Tivoli il 10 11 Dicembre al Ns Congresso Nazionale ,il tutto ovviamente a nostre spese. Per quanto riguarda il Signor Ferrazzi lo invitiamo pubblicamente ad un confronto sui rispettivi programmi delle due formazioni politiche nella nostra sede Varesina.

Ma data la pochezza dei suoi di programmi abbiamo paura che declinera l’invito.

Forza Nuova Varese

domenica 4 dicembre 2011

Forza Nuova contro Fini

da laprealpina.it:


Primo congresso provinciale, sabato 3 dicembre, di Futuro e libertà, i finiani, a Varese. Si eleggono il coordinatore, tre probiviri e il responsabile del gruppo giovani. L'assemblea si è aperta con una amara sorpresa: nella notte, volantini contro Fini e una scritta con insulto fuori dal'ex cinema Rivoli, dove è organizzato il congresso. Il raid è stato firmato da Forza Nuova.

Varese, Forza Nuova: contro la presenza in città di Fini, il Cameriere dei Banchieri

da atuttadestra.net:

Questa notte Forza Nuova Varese è entrata in azione con i propri militanti per contestare il penoso siparietto in città del politicante voltagabbana Gianfranco Fini . Sono stati affissi sui muri di via del Bersagliere volantini e uno striscione al fine di ricordare a tutti che il presidente della Camera a Varese non è gradito ospite. -Non è gradito ospite da coloro che sono autenticamente Nazional-Rivoluzionari, da quelli che non hanno tradito o rinnegato.

I quali non dimenticano la vergognosa svendita dei valori di una comunità umana e politica,le giravolte meschine e le sue abiure mediatiche al fine di guadagnare un qualche tornaconto personale. -Non è gradito ospite a coloro che hanno problemi a causa della crisi economica,provocata da personaggi del suo stampo,parassiti sociali che non hanno mai lavorato veramente un giorno ,un solo giorno della loro vita(come è noto Fini ha fatto ESCLUSIVAMENTE il parlamentare e prima,pro forma, il grigio giornalista anonimo in un giornale di partito).

-Non è gradito ospite per coloro che pagano il mutuo o l’ affitto di una casa con il proprio sacrificio quotidiano.Egli è stato solo capace di rubare una casa al suo partito,truffando la volontà di una vecchia militante ,per poi intestare l’appartamento ad una società off-shore nei paradisi fiscali e girarla al cognato fancazzista (un vizio di famiglia?).Insomma Montecarlo e tutta la sua squallida vicenda…

-Non è gradito ospite a coloro a cui piace la bella politica ,quella fatta con passione ,con discorsi vibranti ,con carisma.Quella politica che affronta i problemi quotidiani della gente, che propone ,che ama il proprio popolo.Quella politica che si può trovare anche in schieramenti diversi,ma non nei discorsi fumosi,vaghi,inconcludenti di Fini e dei suoi affiliati.

Comunque,il caro signor Fini-Tulliani ,può consolarsi.Questa è la prima ed ultima volta che faremo la fatica di contestarlo.La prossima volta che verrà a Varese non ci prenderemo la briga di fischiarlo.Sarà il popolo alle prossime elezioni a sancire la sua definitiva uscita di scena. Lasciata finalmente la sedia a Montecarlo ,potrà ritirarsi in pace e nell’ indifferenza a Montecarlo…

Piccolo uomo in mezzo a poveri uomini che sono alla vana ricerca di un valore che non potranno mai possedere……..l’ONORE.

Federazione Provinciale
Forza Nuova Varese

giovedì 1 dicembre 2011



Lega di lotta o Lega di governo?

Nel gennaio del 1995, dopo la rottura tra la Lega e Berlusconi, che aveva portato alla caduta del primo governo dello stesso Berlusconi e all’avvento del successivo governo tecnico guidato dal Direttore Generale della Banca d’Italia Lamberto Dini, Umberto Bossi, in una intervista al Corriere della Sera, dichiarò: “Ho sempre detto che penso ad un economista, un economista vero, che abbia un minimo di visione politica: nelle mani di un ragioniere, finiamo nel marasma (per Bossi Lamberto Dini era un semplice ragioniere di banca- ndr). Non mi fido di chi può essere condizionato da Berlusconi, il quale disprezza la democrazia. Io preferisco MARIO MONTI: parla chiaro e non deve rispondere a nessuno”. Molti in questi giorni stanno apprezzando il ritorno alla Lega di “lotta”, dopo i lunghi anni della Lega della “mangiatoia” (pardon, della “Lega di governo”). Noi andremmo cauti, anche perché la Lega la conosciamo bene per averla vista nascere. Bossi veniva a Domodossola ad imparare da Alvaro Corradini – fondatore dell’UOPA – Movimento Ossolano per l’Autonomia- cos’era il federalismo e come si applicava. E, proprio perché l’abbiamo vista nascere, e abbiamo visto i “poteri forti” usarla come collettore democratico della protesta suscitata da Tangentopoli, per evitare che la protesta stessa gonfiasse il MSI estraneo al sistema e alle mazzette, l’abbiamo sempre combattuta. Chi invece oggi l’apprezza per la sua opposizione al nuovo governo tecnico deve stare attento. Perché la Lega di “lotta” è quella che, al Congresso Nazionale del 1998, definiva Berlusconi “mafioso” e “referente meneghino dei mafiosi” e la Banca privata Rasini di Milano (dove il padre di Berlusconi era un alto dirigente) “la Banca che riciclava i soldi dei mafiosi a Milano”. Ed è la stessa Lega di “lotta” che nel 1995, per bocca dello stesso Bossi come riportato sopra, riteneva Berlusconi “uno che disprezza la democrazia” e che era in grado di “condizionare gli altri governi”, mentre invece considerava il Prof.Mario Monti “un economista vero”, “uno che parla chiaro” e che “non deve rispondere a nessuno”. Attenti quindi, perché se la Lega è la cartina di tornasole della situazione.....

Adriano Rebecchi