Forza Nuova Varese

Inoltre il mercoledì sera si terranno i corsi di formazione forzanovista.


Più buia la notte più Luminosi i fuochi


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giovedì 14 ottobre 2010

Noi Non Tradiamo!!

Come emerge dall'articolo che segue, comparso ieri su Il Riformista, solo Forza Nuova e il MNP restano la stella polare per chi non si è arreso ai nemici del nostro paese. Come ribadito da Roberto Fiore nell'importante convegno di Fabro, sabato scorso, i voti di FN non sono in vendita perchè non è in vendita la nostra anima.
Gli altri vadano dove vogliono, noi restiamo all'opposizione
Al fianco dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, delle famiglie, dei giovani senza futuro
Contro tutte le mafie
Contro tutte le massonerie
Per la sovranità nazionale
Per la rinascita dell'Italia

Nicola Cospito
Ufficio Stampa MNP/Forza Nuova




Dopo “La Destra”, anche Puschiavo, Fiamma Tricolore e CasaPound. Con Berlusconi tutta l’Italia nera!
di Alessandro Calvi

Occhi aperti sui naziskin, suggeriva Nicola Mancino. Era il 1992, e l’allora ministro dell’Interno si riferiva anche alle formazioni che avevano in Piero Puschiavo il leader. Da allora Puschiavo di strada ne ha fatta. E, se tutto gli andrà bene, chissà se non si apriranno per lui le porte di Montecitorio. Silvio Berlusconi, infatti, sembra ormai deciso ad aprire ogni porta all’estrema destra. La quale, peraltro, nel Pdl ha già sfondato da tempo con uomini e mezzi.
Era il 1992, dunque. L’anno successivo Gianfranco Fini sarebbe stato sdoganato da Silvio Berlusconi, allora imprenditore rampante che si preparava a scendere in campo. Ora che Fini sta provando a prendere il largo da solo, il Cavaliere si sta attrezzando per nuovi e ancor più arditi – arditi, appunto – sdoganamenti.
Sosteneva sempre nel 1992 Puschiavo: «Sono contrario ai matrimoni misti perchè l’imbastardimento della razza porta alla perdita delle proprie tradizioni, quindi si perde la forza di popolo, si perde la purezza del sangue». Da allora per lui poco è cambiato. «L’Italia non è terra d’immigrazione», si legge nel programma 2010 di Fiamma Futura, la formazione nella quale milita. Ed è anche con queste idee che questo pezzo di estrema destra prova a entrare nel salotto buono della politica italiana, disposta a farsi berlusconizzare come a suo tempo fece Fini.
Puschiavo vede il Pdl attraverso il passaggio offertogli da Francesco Storace. Ma Puschiavo non è solo e, anzi, è in ottima compagnia, per così dire. C’è chi inneggia alla marcia su Roma, chi va in pellegrinaggio a Predappio, ci sono ex naziskin e pezzi della ultra-destra da stadio. E ci sono i grandi classici della destra come Luca Romagnoli – famoso anche per una frase sulla esistenza delle camere a gas nei lager nazisti («Francamente non ho nessun mezzo per poter affermare o negare», disse ai microfoni di Sky) – e tutti coloro i quali negli anni hanno scomposto e ricomposto la destra e che ora, per lo più, finiranno risucchiati dal Cavaliere.
Romagnoli, ora, sembra oscillare sul da farsi dopo la rottura con Puschiavo sull’approdo nell’orbita berlusconiana. Ma non c’è soltanto Storace a fare da ponte. C’è anche Riva Destra che è una sorta di sponda interna al Pdl per tutti coloro che senza voler passare per i buoni uffici di Storace, stanno riflettendo sul futuro. E qui ad attenderli c’è l’area raccolta attorno a Daniela Santanché e anche quella che fa riferimento a Fabio Rampelli. E alla fine Roberto Fiore e la sua Forza Nuova rischiano di essere gli unici a rimanere fuori dal cerchio magico tracciato da Berlusconi. Ma se il gioco vale la candela è ancora da vedere.
La quota di partecipazione è di 35 euro. Con quella cifra si può partecipare alla «tradizionale cena dei Camerati milanesi, Saluto agli ex Combattenti della Repubblica Sociale Italiana», per la ricorrenza della marcia su Roma, avverte un sito riconducibile a Roberto Jonghi Lavarini, il Barone nero, come lo chiama Paolo Berizzi su Repubblica dove così lo descrive: «Sostiene le destre germaniche, il partito boero sudafricano pro-apartheid – il simbolo è una svastica a tre braccia sormontata da un’aquila – e rivendica con orgoglio l’appartenenza alla fondazione Augusto Pinochet». Tra i siti segnalati dalla Destra per Milano, formazione alla quale appartiene Jonghi Lavarini – che chiama i suoi «Camerati» – è un tripudio di Mussolini, X Mas, Rsi, che si mescolano con i nomi di Silvio Berlusconi e Romano la Russa, esponente di spicco del Pdl milanese e fratello di Ignazio. Se questo accade a Milano, anche a Roma la destra non ci sta più a rimanere fuori dalla porta, soprattutto se l’invito del Cavaliere è evidente. A Roma, poi, Gianni Alemanno, accreditato come probabile delfino proprio di Berlusconi, ha tentato, seppure in piccolo, la stessa operazione tentata da Berlusconi con Storace.
Giuliano Castellino sulle Ragioni del Socialismo si descrive come un «militante nazional-popolare», e «un grande tifoso giallo-rosso». Con il suo Popolo di Roma fa il puntello a destra di Alemanno, e si è reso protagonista di iniziative che hanno sollevato più di una polemica. «Noi siamo un’associazione autonoma, organica al Pdl, che vede nel sindaco di Roma un altissimo punto di riferimento politico», dice. E parla di «rinascimento romano», «rivoluzione identitaria», «modernizzazione conservatrice», «partecipazione, romanità, territorio, militanza, contaminazione».
Se, poi, tutto ciò non basta, c’è anche Casapound, che però è una realtà autonoma, molto forte non soltanto a Roma e con una capacità di attirare giovani che i politici che bazzicano il Transatlantico dovrebbero studiare, visti i risultati. Però, per quanto autonoma, anche Casapound non sembra indifferente al richiamo berlusconiano seppure declinato soltanto in chiave localistica. Così, può capitare che un candidato appoggiato da Casapound di Milano, Massimo Buscemi, finisca per essere nominato assessore alla Cultura nella giunta di Roberto Formigoni.
Faceva notare Mario Pirani su Repubblica che «scorrendo i vari siti che inalberano fiamme tricolori, fasci e persino forche (vedi il sito di “Patria e Libertà” che rivendica la pena di morte) colpisce il fatto che dopo il riavvicinamento di Storace a Berlusconi tutti questi gruppi estremistici ed esplicitamente filo-repubblichini accompagnino i loro singoli stemmi con quello del PdL, quale bollo di libera circolazione all´interno della maggioranza di governo». Ma Pirani, per ora, appare come una sorta di esploratore solitario di questo versante del berlusconismo del terzo millennio. E così, quasi in silenzio, quella libera circolazione «da un lato reimmette nel profilo informe del PdL i veleni di cui An si era in gran parte liberata; dall’altro autorizza alla diffusione del peggio dell’ideologia razzista del fascismo». Se è vero, quelle barzellette raccontate dal premier e che di recente hanno fatto sobbalzare in molti sulla sedia sono un pessimo segnale, come anche l’accenno alla Kippah fatto da Ciarrapico in Parlamento.
Tutto questo sembra soltanto l’antipasto di ciò che verrà servito in tavola. Attorno al desco, post-fascisti per nulla ex, tutti insieme appassionatamente in marcia su Roma. Alla testa, come sempre, Silvio Berlusconi che potrebbe scegliere come colonnella quella Daniela Santanché che quel mondo girato a destra lo ha frequentato sino alla conversione sulla strada di Arcore. (ilriformista.it)

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