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giovedì 1 dicembre 2011

Lega di lotta o Lega di governo?

Nel gennaio del 1995, dopo la rottura tra la Lega e Berlusconi, che aveva portato alla caduta del primo governo dello stesso Berlusconi e all’avvento del successivo governo tecnico guidato dal Direttore Generale della Banca d’Italia Lamberto Dini, Umberto Bossi, in una intervista al Corriere della Sera, dichiarò: “Ho sempre detto che penso ad un economista, un economista vero, che abbia un minimo di visione politica: nelle mani di un ragioniere, finiamo nel marasma (per Bossi Lamberto Dini era un semplice ragioniere di banca- ndr). Non mi fido di chi può essere condizionato da Berlusconi, il quale disprezza la democrazia. Io preferisco MARIO MONTI: parla chiaro e non deve rispondere a nessuno”. Molti in questi giorni stanno apprezzando il ritorno alla Lega di “lotta”, dopo i lunghi anni della Lega della “mangiatoia” (pardon, della “Lega di governo”). Noi andremmo cauti, anche perché la Lega la conosciamo bene per averla vista nascere. Bossi veniva a Domodossola ad imparare da Alvaro Corradini – fondatore dell’UOPA – Movimento Ossolano per l’Autonomia- cos’era il federalismo e come si applicava. E, proprio perché l’abbiamo vista nascere, e abbiamo visto i “poteri forti” usarla come collettore democratico della protesta suscitata da Tangentopoli, per evitare che la protesta stessa gonfiasse il MSI estraneo al sistema e alle mazzette, l’abbiamo sempre combattuta. Chi invece oggi l’apprezza per la sua opposizione al nuovo governo tecnico deve stare attento. Perché la Lega di “lotta” è quella che, al Congresso Nazionale del 1998, definiva Berlusconi “mafioso” e “referente meneghino dei mafiosi” e la Banca privata Rasini di Milano (dove il padre di Berlusconi era un alto dirigente) “la Banca che riciclava i soldi dei mafiosi a Milano”. Ed è la stessa Lega di “lotta” che nel 1995, per bocca dello stesso Bossi come riportato sopra, riteneva Berlusconi “uno che disprezza la democrazia” e che era in grado di “condizionare gli altri governi”, mentre invece considerava il Prof.Mario Monti “un economista vero”, “uno che parla chiaro” e che “non deve rispondere a nessuno”. Attenti quindi, perché se la Lega è la cartina di tornasole della situazione.....

Adriano Rebecchi

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